Non era cannabis light, gestori dell’Eden Green in via Tedeschi patteggiano la pena

Alcune delle piante sequestrate dalla finanza
Non era cannabis light, gestori dell’Eden Green in via Tedeschi patteggiano la pena. «Il 30 marzo - spiega il procuratore capo Paolo Auriemma - il giudice per le...

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Non era cannabis light, gestori dell’Eden Green in via Tedeschi patteggiano la pena. «Il 30 marzo - spiega il procuratore capo Paolo Auriemma - il giudice per le indagini preliminari di Viterbo, ha accolto col consenso della Procura, la richiesta di patteggiamento avanzata dai due gestori». Ai due viterbesi è stata applicata rispettivamente la pena finale di 2 anni e 8 mesi di reclusione e 8mila euro di multa e 4 anni di reclusione e 10mila euro di multa.

I due hanno beneficiato dello sconto di un terzo di pena a seguito della richiesta di patteggiamento, sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e non hanno potuto ottenere la sospensione condizionale della pena. A settembre 2022 la Guardia di Finanza di Viterbo individuava tre estese porzioni di terreno con annesso capannone, dove veniva coltivata, essiccata e lavorata canapa qualificata come light dai titolari dell’attività. «I primi accertamenti però - spiega ancora Auriemma - portavano a ritenere trattarsi di sostanza stupefacente non light, veniva superato il limite del principio attivo previsto dalla legge per considerare tale attività lecita.

Per tale motivo si sottoponevano a sequestro probatorio i beni dell’azienda». In particolare varie aree agricole per 21mila mq, 3.700 piante di canapa in coltivazione, un capannone, un locale commerciale, 416 kg di marijuana, 3 di hashish, 6 di polvere di hashish, 3,5 kg di semi non certificati, quasi due litri di olio con estratto di canapa, attrezzi agricoli ed attrezzature varie utili per le coltivazione, lavorazione e trasformazione della canapa nonché documenti attestanti gli incassi e 14.000 euro in contanti. Dopo il sequestro la Procura ha inviato tutto al laboratorio di biologia dell’Unitus per l’esame tossicologico.

«Le analisi - conclude il procuratore capo - confermavano i risultati investigativi ed in particolare che la sostanza sequestrata conteneva un quantitativo di Thc superiore, anche di tre volte, al limite consentito e, pertanto, sotto l’apparente produzione e vendita di “canapa light”, si celava una vera e propria produzione e trasformazione della canapa condotta in maniera illecita. Vera sostanza stupefacente che, se immessa sul mercato, avrebbe fruttato milioni di dosi di marijuana ed rilevanti introiti». Il gip di Viterbo oltre a condannare i due gestori ha disposto la confisca e distruzione di tutte le piante in sequestro e delle sostanze stupefacenti rinvenute. Durante le indagini uno dei due gestori era stato raggiunto anche da un avviso orale del questore in quanto ritenuto soggetto pericoloso. Il negozio è chiuso da tre mesi.

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Il Messaggero