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“Dobbiamo rassegnarci alla tirannia dell’io, a una celebrazione continua dell’egoismo e dell’apparenza che si traduce in una somma di solitudini e nell’accettazione passiva delle cose come stanno?”.
Il quesito sarà al centro della conversazione tra Walter Veltroni (già segretario del Pd e indaco di Roma, giornalista, scrittore e regista) e Matteo Maria Zuppi (cardinale dal 2019, arcivescovo metropolita di Bologna e dal 24 maggio 2022 presidente della Conferenza Episcopale Italiana), a margine del volume scritto a quattro mani “Non arrendiamoci” (Rizzoli). Il colloquio, moderato da Edoardo Camurri (scrittore e conduttore radiotelevisivo) si svolgerà stasera, venerdì 4 agosto, alle ore 21, nella piazza San Donato di Civita di Bagnoregio, nell’ambito della rassegna “Civita, luogo del pensare.
Nella discussione i due interlocutori illustreranno le molte ragioni per non arrendersi a un mondo che ci appare sempre più disumano, ma che può essere ancora riscattato dalla nostra azione consapevole. Ed elencano, con cura notarile, i temi, materiali e simbolici insieme, “per i quali abbiamo il dovere di batterci per orientare il futuro, verso il bene dell’umanità”.
L’invito, dunque, è non arrendersi alla paura, soprattutto alle paure indotte: guardiamo invece in faccia le paure reali, e studiamo strategie per liberarci delle loro cause. All’indifferenza e al fatalismo, osservando i veri progressi compiuti nel corso di un paio di generazioni e confidando nel potere dell’utopia, del sogno, della profezia. Non arrendersi, non ultimo d’importanza, all’inevitabilità della guerra e dei confini, diventando artigiani di pace e di giustizia.
“Viviamo in un’epoca cruciale - sottolineano in sintesi Veltroni e Zuppi - in cui il mondo è sull’orlo della catastrofe ambientale, climatica, nucleare, e allo stesso tempo disponiamo di risorse tecnologiche e scientifiche inimmaginabili fino a pochi decenni fa. Abbiamo il dovere di batterci per orientare il futuro: verso il bene dell’umanità”.
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