«Nel Marta finisce di tutto», l'allarme del Cobalb alla Regione per accelerare i lavori

Uno sversamento nel Lago di Bolsena
«I lavori? Siamo in ritardo di 2-3 mesi. Chiediamo alla Regione di accelerare: il depuratore di Marta ora funziona solo per il 15-20%». Tradotto: la gran parte dei...

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«I lavori? Siamo in ritardo di 2-3 mesi. Chiediamo alla Regione di accelerare: il depuratore di Marta ora funziona solo per il 15-20%». Tradotto: la gran parte dei liquami prodotti dai comuni intorno al lago di Bolsena finisce in acqua e da lì nel fiume Marta. A parlare è Massimo Pierangeli, il direttore del Cobalb. A settembre del 2017 sono stati affidati i lavori per la riqualificazione dell’anello circumlacuale, vinti dalla ditta Edilizia Luisiana con un’offerta di circa 1.600.000 rispetto ai quasi 2milioni messi a bando dalla Regione Lazio. Il cronoprogramma originario prevedeva l’ultimazione degli interventi entro un anno esatto. Ma è tutto slittato. «Colpa di un progetto vecchio di 5-6 anni al momento dell’affidamento, per cui – rivela Pierangeli – l’impresa ha dovuto adeguare gli interventi».


La ditta è partita con la sistemazione delle 23 stazioni di sollevamento presenti intorno al lago. «Un lavoro quasi finito perché – racconta il direttore – hanno posizionato le pompe e i quadri elettrici. Ora dovranno allacciarli. Ad aprile e maggio ha piovuto tanto, per cui spesso era difficile raggiungere le stazioni. E questo ha allungato ancora i tempi. Ma quello che più mi preoccupa è la seconda parte degli interventi: gli impianti di depurazione a Marta. Qui i lavori non sono ancora partiti». E, a oggi, secondo quanto testimoniato da Pierangeli, meno di un quarto dei liquami del lago viene depurato.


Proprio per fotografare la situazione attuale, lunedì pomeriggio sindaci e consiglieri (anche di Tarquinia), Cobalb, cittadini e M5S si sono riuniti nella sala consiliare di Bolsena. «Molti sono preoccupati. E anche noi, perché abbiamo a cuore il lago. Siamo consapevoli – dice il direttore – che, sebbene si tratti di materiale organico, quello che i deputatori non riescono a lavorare finisce in acqua, anche se non dovrebbe. Ma ricordo che all’inquinamento del Marta contribuisce anche l’Urcionio, dove sversa il depuratore di Viterbo operativo solo al 50%, ma soprattutto i prodotti chimici usati in agricoltura lungo il percorso del fiume. In ogni caso, chiediamo all’assessore Enrica Onorati di venire da noi e impegnarsi per affrettare i tempi». Intanto, nei prossimi giorni saranno dissequestrate le vasche con 7mila metri cubi di rifiuti speciali a cui Carabinieri forestali e della Guardia di finanza hanno messo i sigilli lo scorso aprile. Sarà la stessa Edilizia Luisiana a smaltire i fanghi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero