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Lo chiamavano il Bandolero stanco, come quel brano di Vecchioni. Ha coperto qualsiasi ruolo istituzionale, poi con la caduta dell’amministrazione guidata da Giovanni Arena a fine 2021 era rimasto fuori dal consiglio comunale. Adesso per Giulio Marini, navigatissimo esponente di Forza Italia, c’è un nuovo debutto. Subentra infatti a Claudio Ubertini, capogruppo della Lega che si è appena dimesso per mancanza di stimoli: «Il destino a volte è più forte della nostra volontà. Non immaginavo di poter rientrare, viste le vicissitudini del 2021». E invece ora è così.
Si riparte da quella sera dal notaio, con la firma delle dimissioni in blocco e la caduta di Arena, forzista come lui. «Dopo quell’episodio - dice Marini - la mia candidatura a consigliere era stata solo di servizio, un gesto per dimostrare quanto tengo alla mia città e al mio partito, che mi hanno dato la possibilità di fare esperienze meravigliose.
Gli incarichi di Marini sono innumerevoli: vicesindaco dal 1995, presidente della Provincia dal 1997 al 2005, senatore dal 2006 al 2008, contemporaneamente deputato e sindaco dal 2008, fino al 12 gennaio 2012 nel primo caso e fino al 2013 nel secondo, quindi consigliere comunale fino al 2021. Ora subentra a Ubertini, che si era candidato a sindaco con la Lega. Marini prende il suo posto perché è quello con più voti della lista collegata. Il gruppo di Forza Italia a palazzo dei Priori c’è, ma lui sarà oltre. «La mia lista era composta da Forza Italia, Udc e Fondazione. Sono un azzurro ma devo rappresentare tutta quell’area, che mi ha permesso di essere eletto».
Appuntamento giovedì alle 15,30. «Lo spirito - continua - è cercare di dare un contributo alla mia città. Avevo all’opposizione Ugo Sposetti, Nando Gigli e in maggioranza l’ex sindaco Giancarlo Gabbianalli. Quelle tre persone davano modo anche agli altri di avere una competizione culturale importante. Personaggi tosti, che sollevavano problemi ai quali dovevi essere sempre preparato a rispondere. Mi hanno permesso di ampliare il mio bagaglio di esperienze. Anche umane: dopo la bagarre politica ho avuto dei rapporti meravigliosi. In consiglio fai il tuo dovere, poi c’è la vita». Dal suo nuovo scranno «sarò puntuale e preciso dove possibile, con un handicap: mi mancano due anni di amministrazione. L’operato della Frontini? Sono sempre favorevole all’immissione di giovani in politica, ma incontro tanti cittadini che mi conoscono: all’inizio erano entusiasti di aver votato un’amministrazione giovane, ma ora si sfogano con me manifestando forte disappunto e delusione. Poi ci sarà anche chi è a favore, ma sono diventato catalizzatore di esperienze negative».
Un giudizio sulla sindaca, già che c’è: «Ci sono scelte che non ho apprezzato». Una su tutte è che «la domenica non posso andare più allo stadio». Si parlava di un inizio ad handicap. Marini però ha anche un vantaggio su Frontini: l’ha avuta nella sua giunta per qualche mese nel 2012. Ne conosce pregi e difetti. «Era un seme che doveva ancora crescere. Era stata apprezzata per la sua vivacità e la sua passione, che era già evidente. Quando sono diventato vicesindaco nel 1995 non ero quello di adesso: la maturazione porta a cambiamenti, a volte migliorativi. Anche lei era diversa».
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