Le ombre sul capodanno della giunta Arena, la giunta del fare (come ci pare)

Le ombre sul capodanno della giunta Arena, la giunta del fare (come ci pare)
C'è uno stile che contraddistingue chi amministra la cosa pubblica. Che non traspare, purtroppo ancora una volta, dagli atti firmati al Comune capoluogo. Sembra...

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C'è uno stile che contraddistingue chi amministra la cosa pubblica. Che non traspare, purtroppo ancora una volta, dagli atti firmati al Comune capoluogo. Sembra più un marchio di fabbrica, che un esercizio di stile, quello della maggioranza guidata da Giovanni Arena, così riassumibile: «Abbiamo vinto le elezioni e quindi decidiamo e facciamo noi».


Sia chiaro: non sappiamo se l'ennesima ombra sulle delibere del Capodanno in piazza si traduca in atti illeciti. Ci sono organi deputati a controllare e verificare queste cose, uffici territoriali governativi e giudiziari (non solo amministrativi), che già avrebbero dovuto farsi sentire nei precedenti casi ai confini delle regole, materia prima per l'autorità anti-corruzione. Se non l'hanno fatto ci sarà un perché.

No, qui il punto dirimente è un altro. Avere uno stile si concretizza nel non dare nemmeno lontanamente l'impressione di poter fare come ci pare. Così come nel rispondere a richieste di chiarimenti, critiche, accuse. Anche se possono sembrare strumentali o temerarie. Se così non fosse uno come Salvini, nume tutelare di questa maggioranza, starebbe al 12% (a esagerare). Perché in democrazia si parla anche con la stampa - quella libera e non sponsorizzata, magari - e si spiega che non ci sono date di atti che ballano, al ritmo di meu amigo Charlie, Charlie Brown. Se si è in grado di dimostrarlo.

Invece si resta spiazzati, a dir poco, quando l'attuale maggioranza di Arena snobba tutti e va avanti con il contorno di un imbarazzato silenzio (Arena, vogliamo parlare della Sala Regia concessa a un comizio di neofascisti?), insistendo con certe decisioni ripetutamente contrassegnate da un'ombra. E non basta che poi non ci siano illeciti accertati. Se il sindaco si riduce a dialogare con il suo popolo, composto anche da quelli che non lo hanno votato, attraverso un'inaugurazione al mattino e una al pomeriggio, beh siamo messi malino. Non c'è stile.


Uno stile che non si può non riconoscere a sindaci come Meroi, Gabbianelli, Marini. Finanche a Michelini, che gli stessi viterbesi hanno bocciato a furor di popolo alle ultime elezioni. Arena quello stile non ce l'ha. Tanto da far rimpiangere perfino Michelini.
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Il Messaggero