La ndrangheta a Viterbo contro i negozianti: «O chiudi o un cappotto di legno»

Giuseppe Trovato, ritenuto a capo dell'organizzazione criminale
«Hanno chiuso tutti! Mo qualcuno verrà, però altri due ancora insistono, non capiscono... forse vogliono essere chiusi in un cappotto di legno». Giuseppe Trovato, dopo 18 mesi...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Hanno chiuso tutti! Mo qualcuno verrà, però altri due ancora insistono, non capiscono... forse vogliono essere chiusi in un cappotto di legno». Giuseppe Trovato, dopo 18 mesi di attentati incendiari e azioni intimidatorie, si lascia andare e festeggia con i suoi sodali i frutti della guerra di mafia che sta combattendo a Viterbo. E si dice pronto a chiudere in una bara chi lo intralcia.


Il riferimento è, ovviamente, ai negozi di compro oro concorrenti. Tutti quelli che non appartengono al suo cartello. Trovato è stato arrestato all'alba di venerdì insieme ai membri della sua banda per associazione a delinquere di stampo mafioso. Sul conto ci sono 41 episodi tra incendi, danneggiamenti e tentativi di estorsioni. Tutti legati da un unico filo: quello di abbattere il mercato dei concorrenti per diventare l'unico rivenditore di preziosi usati.

Lo fa erodendo, giorno dopo giorno, le attività economiche del capoluogo. In un anno mezzo cadono i negozi che fanno capo all'imprenditore Gabriele Petrini, al gestore Franco Carrino, a Ulisse Piergentili, Bruno Paternollo e Fabiola Bacianini. Tutti si piegano davanti all'escalation di violenza che li vede come bersaglio.

Lo schema è sempre lo stesso. Susseguirsi di pedinamenti e controlli, incendi di autovetture parcheggiate nelle vicinanze dell'abitazione delle vittime; colpi di pistola alle vetrine; posizionamento, previo danneggiamento, di teste insanguinate di animali nelle auto, imbrattamento della saracinesca del locale. E infine e il suggerimento, di dedicarsi ad altre attività commerciali. «Tu ti apri un bell'alimentari dice Trovato a una delle vittime - e ti aiutiamo noi, poi se hai un problema i clienti li portiamo noi. Non mi acciaccà più i piedi perché tu lo sai che ti scoppio bene». E per chi è duro a capire Trovato non la manda a dire. «A Viterbo so' quattro scemi, buoni solo a scrivere o a brucià i cassonetti. Non capiscono che non scherzo. Io l'ammazzo, ancora aperta è... Devono chiudere tutti!»

«Il manifesto del metodo scrive la gip Flavia Costantini nell'ordinanza - con il quale gli associati intendono imporre la sopraffazione nella realtà viterbese è plasticamente rappresentato da una frase pronunciata da Trovato a gennaio 2018: Perché noi dobbiamo terrorizzare tutti». Il terrore gli imprenditori lo sentono e in poco tempo i negozi di compro oro, per anni numerosi sul territorio del capoluogo, si dimezzano. Procurando a Trovato un moto di gioia.


«Si tratta di episodi - scrive ancora la gip - avvinti in una più ampia e unitaria strategia criminale promossa da Trovato e finalizzata a consentire a quest'ultimo di assumere e mantenere il controllo delle attività economiche di compro oro del Viterbese. E in un'ultima analisi il controllo del territorio».
  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero