L’università della Tuscia cresce, dall’antico convento all’ex caserma dei pompieri

Viterbo: il San Carlo di Pianoscarano
In origine, gli angusti spazi del convento di Santa Maria della Trinità dove - correva l’anno 1981, il giorno 12, il mese di gennaio – si tenne la prima lezione...

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In origine, gli angusti spazi del convento di Santa Maria della Trinità dove - correva l’anno 1981, il giorno 12, il mese di gennaio – si tenne la prima lezione della facoltà di Agraria dell’università della Tuscia. Poi, l’ateneo cominciò a prendere il largo, improntando la sua attività non solo nella mission istituzionale legata alla didattica e alla ricerca, ma anche alla necessità di trovare adeguati spazi per le facoltà, relative aule e laboratori, servizi amministrativi, aree di socializzazione degli studenti. Una vocazione, quest’ultima, che ha consentito alla città di veder riqualificare vari complessi monumentali e antichi conventi e che in queste settimane ha messo nel mirino l’ex caserma dei Vigili del fuoco di via Oslavia, per la disponibilità del quale l’ateneo ha avviato una trattativa con la Provincia, legittima proprietaria.


Nei primi anni Ottanta, le postazioni universitarie furono allocate a Riello, grazie alla concessione da parte del Comune (era sindaco il Dc Rosato Rosati) di due nuovi edifici che, realizzati per ospitarvi l’allora Magistrale Santa Rosa e l’istituto professionale Orioli, divennero sede della facoltà di Agraria (corsi di laurea in Agraria e Scienze forestali) e della facoltà di Lingue straniere moderne. Ancora a Riello fu costruita la sede di Conservazione dei beni culturali (attivata nel 1990), e di Scienze biologiche. Nel 1992, la facoltà di Economia esordì nella scuola elementare di via Emilio Bianchi (le cosiddette “Monachelle”) per poi raggiungere il convento di Santa Maria del Paradiso adeguatamente ristrutturato.

Nel frattempo maturavano due operazioni di elevato spessore, non solo a livello di investimento finanziario, quanto di “restituzione” alla città, simbolica e materiale insieme, di due prestigiosi complessi monumentali.


Il primo: il San Carlo di Pianoscarano, destinato alla facoltà di Scienze politiche (2002). Il secondo: il convento domenicano di Santa Maria in Gradi, sorto nel XIII secolo per volere del cardinale Raniero Capocci, dal 1873 al 1993 sede del penitenziario e quindi, dal 27 giugno 20013, dopo un restauro esemplare durato dieci anni, residenza del rettorato, in compagnia, dapprima della facoltà di Lingue straniere e attualmente del Disocum (dipartimento di Scienze umanistiche, della comunicazione e del turismo). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero