Graffignano, le analisi: suolo, sottosuolo e acque contaminati da idrocarburi e metalli pesanti

Un'area del Pascolaro
Idrocarburi, stagno, mercurio, berillio, zinco, piombo, nickel. Sono solo alcuni degli elementi chimici ritrovati nei 150 ettari su cui si estende l’area del Pascolaro, il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Idrocarburi, stagno, mercurio, berillio, zinco, piombo, nickel. Sono solo alcuni degli elementi chimici ritrovati nei 150 ettari su cui si estende l’area del Pascolaro, il Casettone e Bivio del Pellegrino nel comune di Graffignano. Si chiude con questi risultati il piano di caratterizzazione finanziato dalla Regione Lazio con 585mila euro, grazie all'impegno del consigliere Pd, Enrico Panunzi. E se prima il dubbio era forte, ora c'è la certezza: quei terreni sono ufficialmente contaminati come accusa da anni il comitato cittadino “Valle del Tevere – Emergenza rifiuti tossici”.

"Il sito – scrive la Regione – è una vasta area agricola coltivata a granaglie (orzo, grano...), seminativi oliacei (girasole, mais), sulla quale insiste, in regime concessorio, un'azienda faunistico-venatoria ed è ubicato nella Valle del Tevere, al confine tra Umbria e Lazio, in area soggetta a inondazioni da parte del fiume stesso". Inoltre, "circa 10 anni fa, è stato interessato da un'indagine della magistratura in quanto oggetto di un traffico illecito di rifiuti con relativo interramento degli stessi".

Il processo penale a carico della ditta dei fratelli Nocchi si è chiuso con la prescrizione del reato. Nonostante le allarmanti analisi dell'Arpa che già nel 2007 rivelarono la presenza di metalli pesanti, Pcb (policlorobifenili) e idrocarburi, su quei campi si è continuato a coltivare e poi nel 2016 è stata anche autorizzata un'azienda faunistico-venatoria.

La caratterizzazione è stata effettuata dalla ditta Ecorecuperi srl con sede a Caltanissetta, con direttore dei lavori Pierluigi Gianforte, e si è conclusa a dicembre. I risultati? Sono stati riscontrati in diverse aree “livelli limoso-sabbiosi di colore nerastro maleodoranti, laterizi e frammenti di plastica”. In alcune delle 10 trincee esplorative fino a 3 metri di profondità un livello nerastro maleodorante a 2,7 metri dello spessore di 15 centimetri con materiali inerti quali ferro, plastica e carta. Per quanto riguarda le analisi chimiche dei terreni, nella prima fase della caratterizzazione 26 dei 44 campioni dei sondaggi e 17 dei 22 campioni delle trincee mostrano il superamento per almeno un parametro. Altri sforamenti sono stati registrati nella seconda fase.

“Facendo riferimento a tutte le analisi fornite dalla ditta appaltatrice, il 67% dei campioni di terra mostra – si legge nel piano - almeno un superamento, questa percentuale si riduce al 37% se si considerano i campioni con il superamento di almeno due parametri”. I risultati della caratterizzazione dei terreni dimostrano che “il 25% dei campionamenti mostra lo sforamento per il berillio. Altro parametro che ha mostrato frequenti superamenti del valore limite è lo stagno.

Ulteriori sforamenti dalle analisi di laboratorio riguardano il vanadio in due campioni e il mercurio in sette. Superamenti più significativi per rame, zinco, cromo, nichel, idrocarburi leggeri e pesanti. Per le acque, sono stati riscontrati sforamenti soprattutto di manganese, nitriti e solfati e meno significativi di nichel”. Le conclusioni? “Nella relazione finale è stata confermata la contaminazione la contaminazione della matrice suolo e sottosuolo e quella delle acque sotterranee”.

La conferenza dei servizi del 3 maggio convocata dal Comune di Graffignano  si è conclusa posivitamente con l’approvaizone dei risultati delle analisi e con la prescrizione, su sollecito di Arpa Lazio e Provincia, che “il piano di caratterizzazione debba essere integrato al fine di confinare, nel minor tempo possibile, l’estensione e la profondità della potenziale contaminazione e il volume di suolo, sottosuolo e acque sotterranee potenzialmente contaminate”.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero