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La sconfitta contro la Juve Stabia ha fatto traboccare il vaso. Il presidente Marco Arturo Romano, ha dismesso i panni del padre di famiglia - quello che fa la parte del buono per consolare dai rimbrotti di mamma - per vestire quelli del capo azienda che quando non arrivano i risultati mette tutti sulla graticola, compreso se stesso. Si perché il punto di forza delle decisioni prese ieri dal numero uno di via della Palazzina partono dall’assunto che Romano si è preso le proprie responsabilità esponendosi da solo alle critiche. Critiche che hanno investito i calciatori come un meteorite. «La musica è cambiata: finora ho visto dei calciatori dilettanti», questo il passaggio più pepato e pesante utilizzato dal presidente che ha tolto ogni tipo di alibi ai propri calciatori.
«Romano è stato sempre molto vicino alla squadra – analizza la sfuriata del presidente Massimiliano Mascolo, giornalista viterbese di Raisport che i colori gialloblù li porta nel sangue da generazioni – è una persona che pondera molto le proprie scelte, come dimostrato in occasione dell’esonero di Maurizi arrivato dopo diverse possibilità concesse al tecnico. Quelle di ieri sono parole forti ma che serviranno per dare una scossa, si spera, ai calciatori». E ancora: «Secondo me questa Viterbese è un po’ più debole di quella dello scorso anno – chiosa Mascolo – ma non vale la posizione occupata attualmente in classifica. Questo gruppo ha fatto vedere troppo poco per pensare di essere al massimo delle proprie potenzialità».
IL CLIMA
E il clima ovattato che circonda il calcio – tra stadi vuoti e problematiche sanitarie da affrontare – non può rappresentare una giustificazione. «Molti calciatori a gennaio rischiano di ritrovarsi a spasso e già questo dovrebbe valere come stimolo supremo – spiega Mascolo – retrocedere rappresenterebbe una macchia soprattutto per i calciatori, quindi non penso sia un problema di stimoli altrimenti la situazione sarebbe ancora più grave da gestire».
E uno che a calcio ha giocato e anche a grandi livelli è Daniele Goletti, monumento tra i grandi della Viterbese con 100 presenze raggiunte con la maglia gialloblù addosso.
Il Messaggero