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Scrollarsi di dosso l’etichetta di città italiana con il più alto tasso di motorizzazione o giù di lì (77,6 auto immatricolate ogni 100 abitanti) e «garantire un accesso a tutte le zone della città cercando di ridurre al massimo l’utilizzo delle autovetture». Primo passo verso una Viterbo più a misura d’uomo. Nei giorni scorsi la giunta Frontini ha dato mandato agli uffici del Comune, «quale atto di indirizzo politico-amministrativo», di adottare «tutti gli atti necessari alla predisposizione del Piano urbano della mobilità sostenibile». Noto più semplicemente con la sigla Pums, è lo strumento che per definizione serve a migliorare la mobilità delle persone e delle merci in un’ottica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Le altre città italiane ne sono dotate da tempo.
Cambia anche la mappa della sosta. Due tipi: «Un sistema di parcheggi a ridosso delle mura, la cui funzionalità sarà principalmente indirizzata ai residenti e lavoratori del centro storico cittadino» e «un sistema funzionale di parcheggi e snodi multimodali nella fascia periurbana dei quartieri di immediata prossimità alla cinta muraria, la cui funzionalità sarà principalmente indirizzata a visitatori e turisti». Per incentivare il ripopolamento del centro storico cittadino, si prevede inoltre per i residenti «la possibilità di fruire di parcheggi nelle vicinanze dell’abitazione, ad esempio mettendo a disposizione dei tagliandi a tariffa agevolata nei limiti permessi dall’attuale disponibilità di stalli all’interno del centro storico e con la revisione del sistema dei permessi».
A Viterbo faranno poi il loro esordio le cosiddette “Zone 30”, dove la minore velocità consentita permette una migliore convivenza tra auto, biciclette e pedoni. In città ci si sposterà di più con i mezzi pubblici o in bicicletta. Nel primo caso grazie al «riequilibrio e potenziamento del sistema del trasporto pubblico locale nelle direttrici nord e sud della città», con la «definizione di corsie e/o sedi riservate», e il «collegamento con i principali nodi di interscambio (parcheggi scambiatori)». Nel secondo, implementando nuove forme di mobilità come lo “bike sharing”.
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