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Tredici torri dell’altezza di 250 metri: otto a Viterbo, tre a Montefiascone, due a Celleno. “Parco eolico Energia Viterbo”, questa la denominazione esatta del progetto, per il quale la società Fred. Olsen Renewables Italy, filiale di un colosso norvegese delle rinnovabili, ha chiesto al Ministero della Transizione ecologica l’avvio della valutazione di impatto ambientale con istanza del 30 marzo scorso.
Terme, natura, storia, secondo gli usi più ricorrenti fino ad oggi. Nel caso specifico, invece, il nome del capoluogo è associato a un grande parco eolico.
Si sta parlando di un impianto per la produzione di energia elettrica costituito da 13 aerogeneratori della potenza nominale di 6,0 megawatt, depotenziata a 2,58 megawatt, per una potenza complessiva dell’impianto pari a 33,6 megawatt. Finora la pratica era sottoposta a una sorta di verifica ministeriale interna, per cui non se ne conoscevano i dettagli, anche se da tempo circolavano voci in merito a progetti simili nell’Alto Lazio, da non confondere con altri già autorizzati o in via di autorizzazione per il cosiddetto “minieolico” (impianti singoli di 100 metri e un megawatt di potenza).
Le ipotesi non erano molto lontane dalla realtà: l'ubicazione delle maxi pale è prevista infatti a 15 chilometri dal centro abitato di Viterbo, a 3,6 da Montefiascone e a 2,1 da Celleno, quasi al confine con Bagnoregio, su terreni agricoli non vincolati e a una quota tra 425 e 518 metri.
Del 19 ottobre l’avviso pubblico, che recita: “Chiunque abbia interesse può prendere visione del progetto e del relativo studio ambientale, presentare in forma scritta proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi", indirizzandoli al Mite.
“L’impianto in progetto – riporta lo studio della società - comporta un significativo contributo alla produzione di energia rinnovabile". L’impiego della tecnologia eolica “consente poi di attuare una profonda riduzione delle importazioni di energia nel nostro paese, limitando di conseguenza la dipendenza dai paesi esteri”. Per i comuni misure compensatorie, tra le quali impianti fotovoltaici su edifici pubblici, la fornitura di veicoli elettrici, la creazione di una cooperativa per la formazione di figure professionali nel settore rinnovabili.
Di parchi eolici nella Tuscia ne esistono due: Piansano (21 pale) e Arlena-Tessennano (9). In fase di Via, come noto, un altro a Tuscania (16 torri). Nei giorni scorsi è stato pubblicato l’avviso per un impianto offshore a Montalto (34 turbine). Parlando di rinnovabili, poi, numerosi impianti fotovoltaici a terra e alcuni per la produzione di biometano.
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