«L'isolamento e la paura negli occhi...», il racconto dell'infermiera dal reparto Covid-19

Le infermiere di Belcolle
«Non si può descrivere l'isolamento, la paura che leggi negli occhi delle persone ricoverate nel Blocco D di Belcolle, destinato alla cura dei pazienti Covid-19....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Non si può descrivere l'isolamento, la paura che leggi negli occhi delle persone ricoverate nel Blocco D di Belcolle, destinato alla cura dei pazienti Covid-19. La unisci alla tua. È sempre lì, accanto a te».


Stefania è una delle infermiere che da settimane ormai è impiegata nell'ala dell'ospedale di Viterbo dedicata ai pazienti colpiti dal coronavirus. «Siamo in prima linea io e, come me, molti altri operatori. Non siamo eroi. Facciamo il nostro lavoro con competenza, volontà e siamo tosti. Dieci, quattordici, sedici ore al giorno. Tutti i giorni. Perché ogni giorno è una nuova storia che ricomincia diversa. Sempre più forte, come un’onda che acquista potenza», racconta.



Prima impiegata in ortopedia o nella week surgery, poi è stata catapultata in un universo lavorativo del tutto nuovo. «Per alcuni di noi, in pochissimo tempo, la vita - continua Stefania - è cambiata di schianto. Sospese le attività del nostro reparto che noi amiamo e nel quale trascorriamo buona parte della nostra giornata. Per noi una seconda casa. Ora stiamo combattendo la stessa guerra che i nostri colleghi del Nord Italia hanno iniziato a fronteggiare prima di noi.  Poi c'è l'insicurezza del non conoscere ancora questa “bestia” e questo non conoscere crea incertezza».

Una situazione che colpisce duro anche a livello emotivo. «Ogni giorno - ammette - vado a lavoro sapendo che sono fragile e, credetemi, che qualche piantarello lo abbiamo fatto tutti, ma siamo al fronte e mettiamo l'energia che ci porta a dire “Noi lo sconfiggeremo”. Noi siamo più forti. Perché la paura ci ha uniti, ci ha fatto diventare un gruppo compatto. Inscindibile. Tanti infermieri di diverse unità operative (ci chiamano fritto misto) che, insieme ai colleghi di Malattie infettive, si sono trovati, gomito a gomito, a lavorare in modo completamente diverso. Uniti e convinti che alla fine avremo la meglio su questo virus terribile».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero