Commercio, prime aperture al polo Cassia Nord. I riflessi sul centro storico

Commercio, prime aperture al polo Cassia Nord. I riflessi sul centro storico
Polo commerciale Cassia Nord, in arrivo le prime due aperture. «Questione di pochi giorni ancora ma già entro la fine di marzo potrebbe essercene una terza»,...

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Polo commerciale Cassia Nord, in arrivo le prime due aperture. «Questione di pochi giorni ancora ma già entro la fine di marzo potrebbe essercene una terza», spiega l’assessore al commercio e allo sviluppo economico Alessia Mancini. Undici in totale le licenze concesse dal Comune, non soggette a rettifiche, ampliamenti o frazionamenti se non piccoli slot interni ai singoli stabili, di oltre 2000 metri quadrati ognuno, destinati ad ospitare attività di food, servizi alle persone e pulizie per la casa. 

Trasferimenti, e non nuove aperture, con un impatto occupazionale tutto da calcolare in cui il traino, più che dal desiderio di ampliare l’offerta e i servizi (assunzione di personale quindi), passa dalla posizione all’intero di un’area riqualificata, con un parcheggio a disposizione più agevole per i clienti, lungo un’arteria di grosso percorrenza e a ridosso dello svincolo della superstrada che favorisce visibilità e sosta. 

Le prime due delle undici aree ad essere occupate saranno della catena Globo, mentre si chiude (forse prima di aprirsi) il passaggio del colosso del ‘fai da te’ Obi dal quartiere di Santa Lucia. In trattativa, con tempi da definire, Lidl (che avrebbe già fatto diversi sondaggi in Comune) e un’altra attività legata all’universo dell’igiene per la casa. Una partenza a rilento sulla tabella di marcia in cui ago della bilancia è la convenienza economica di un investimento con tempi di rientro incerti, soggetti a un’oscillazione in cui la pandemia e la mutata disponibilità economica delle famiglie giocano un ruolo determinante.

Come, determinante, sarà l’effetto sul futuro del centro storico una volta che il polo commerciale entrerà, anche parzialmente, a regime. L’assicurazione del Comune di voler preservare il tessuto economico e le attività all’interno delle mura non convincono a pieno. Per due ragioni principali: per l’andamento del mercato, sempre più orientato verso gli acquisti on line e i mega store con prezzi più convenienti. Per la realtà che Viterbo condivide con altre centinaia di comuni italiano da anni alle prese con lo spopolamento e il dissolvimento del tessuto socio - economico. 

Lo spostamento ulteriore dell’asse commerciale verso l’area nord, che nella prospettiva del Comune non dovrebbe entrare in conflitto con le attività del centro, rischia di essere la pietra tombale per molte imprese che da anni denunciano uno stato di semi abbandono, invocano un piano di rilancio condiviso e decennale, e registrano cali di fatturato progressivo.

Tra le criticità maggiori che spingono non solo i residenti ma anche i clienti a scappare dal centro c’è la mancanza di servizi, tra tutti un’area parcheggio che né il Sacrario, né valle Faul (né le nuove strisce blu subito fuori Valle Faul) sono riusciti a soddisfare. Servizio di cui dispone, in abbondanza, il nuovo polo commerciale. 

 

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Il Messaggero