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«Voglio il metadone, se no faccio un macello». E’ iniziato ieri mattina il processo a cinquantenne che a febbraio del 2019 entro al Sert di Civita Castellana con un seghetto e minacciò il personale sanitario. A raccontare la vicenda i carabinieri intervenuti per disarmare l’uomo e l’infermiera e la dottoressa che si sono viste brandire la lama davanti.
«Lo conosco da tempo - ha spiegato l’infermiera -, sono anni che viene al Sert. Quel giorno però era particolarmente agitato e voleva il metadone per tutta la settimana. Non era possibile darglielo in quel momento e in quello stato, così lui ha tirato fuori un seghetto e ha iniziato a brandirlo. Diceva: “Non voglio fare male a te, ma distruggo tutto“, mentre colpiva la scrivania. Per farlo calmare ho detto che dovevo parlare con la dottoressa che ancora non era arrivata. Lui ha messo l'arma nella giacca e ha aspettato. Ma quando è entrata la dottoressa ha ricominciato e ha colpito alcuni mobili e il computer. Era determinato, voleva le dosi del metadone per tutta la settimana e non per un giorno solo».
La donna visto il seghetto ha deciso di chiamare i carabinieri, prontamente arrivati sul posto. «Lo abbiamo subito disarmato - hanno spiegato i militari di Civita Castellana - teneva il seghetto, come quelli che si usano per la potatura, nella tasca della giacca, e lo abbiamo arrestato». Si torna in aula il 26 ottobre con i testimoni della difesa. Al termine inizierà la discussione.
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