Sequestrati duecento sanitari in ceramica (water, bidet e lavabi) con il marchio made in Italy fasullo. Tecnicamente si parla di fallace indicazione di origine. Questo l'esito...
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A questo punto sono entrati in azione i doganieri e verificato che i prodotti, destinati a una società con sede in provincia di Viterbo, riportavano la denominazione e il marchio commerciale italiano, che in assenza di indicazioni riguardo l'effettiva origine cinese, avrebbero potuto indurre in inganno il consumatore. Tutto è avvenuto in stretta collaborazione con la Procura del capoluogo, che ha aperto un fascicolo: tutto lascia presupporre quindi che le indagini continueranno.
A carico dell'importatore è stata presentata una notizia di reato: sarebbe accusato di violazione dell'articolo 517 del codice penale (vendita di prodotti industriali con segni mendaci). Per quanto riguarda la destinazione finale dei prodotti sequestrati, due sono le ipotesi: una è quella che fossero indirizzati a qualche attività commerciale - all'ingrosso o al dettaglio - della bassa Tuscia. La seconda, che sembra la più probabile, e che l'importatore abbia la sua base nel distretto industriale della ceramica di Civita Castellana.
Qui, a fronte di una maggioranza di aziende che producono e commercializzano solo prodotti di qualità certificata, e che escono esclusivamente dagli stabilimenti di aziende locali, esiste un commercio fiorente di materiale ceramico proveniente da paesi extracomunitari. Attività regolare, ma da quanto è venuto alla luce a volte anche irregolare, che puà trarre in inganno i clienti del made in Civita. Un paio di anni fa, in una analoga operazione da parte dell'Agenzia delle dogane di Palermo, nel porto siciliano vennero bloccati quasi 500 lavabi di provenienza cinese. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero