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Il carnevale civitonico non si arrende al Covid. In altri centri della Tuscia l’ingresso del periodo più pazzo dell’anno è stato ricordato ieri; a Nepi, invece dell’accensione del Focarone, si è preferito “sparare” dei botti, in altri centri è stata rinviata la benedizione degli animali a domenica prossima,
A Civita Castellana l’ultracentenaria tradizione carnevalesca sembra resistere. Anche se per il secondo anno di fila non sono state calendarizzate le sfilate dei carri allegorici, ieri si è proceduto con il posizionamento in piazza Matteotti de "O Puccio", il fantoccio di cartapesta che resterà fino al primo martedì di marzo, quando sarà bruciato. Quest’anno è stato costruito un Pierrot con la classica lacrima sul viso, a simboleggiare la malinconia del momento. A realizzarlo il Gruppo Charlie a cui è stato affidato l’incarico da parte del Comune.
Il pomeriggio si è aperto con la tradizionale messa nella chiesa di Sant’Antonio, di proprietà della famiglia Cancilla-Midossi. Ad attendere come padrone di casa il sindaco e la Giunta, il consigliere di minoranza Domenico Cancilla. La funzione religiosa è stata celebrata dal vescovo Romano Rossi, mentre la benedizione degli animali si è svolta nella chiesa di San Giuseppe Operaio.
Al simbolico taglio del nastro per scoprire “O Puccio” erano presenti il sindaco Luca Giampieri, l’assessore al Turismo, Simonetta Coletta, altri amministratori oltre a tutti i rappresentanti dei gruppi carnevaleschi. Carnevale non finisce qui. “Abbiamo in cantiere alcune iniziative per carnevale per non interrompere la tradizione – ha detto Giampieri - sempre nel rispetto delle norme anti Covid”.
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