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«Lì c’era un negozio di alimentari. Lì uno di frutta e verdura e accanto la macelleria». Racconta Nicola Becattini, da 46 anni edicolante in piazza XX settembre a Bagnaia. Racconta, con la malinconia e lo sguardo attento di chi ha visto il paese trasformarsi, davanti alle saracinesche abbassate segno dei tempi che cambiano e delle promesse tradite dalla politica.
Perché per una malattia endemica che abbassa le difese immunitarie dei borghi fino a prendersi l’ultimo soffio vitale, ci sono le responsabilità delle amministrazioni che si sono avvicendate negli anni ‘nessuna con un progetto turistico e commerciale per Bagnaia. Nessuna che abbia fatto una mossa in sostegno del paese’. Una voragine che si è nutrita dell’attendismo e ha ingoiato, in meno di tre decenni, oltre la metà delle attività presenti nell’area.
«Disinteresse è stata il tema dominante di questi anni», aggiunge Becattini.
«Il centro storico si sta desertificando e, peggio ancora, sta assumendo le caratteristiche di un quartiere dormitorio: i nuovi abitanti che arrivano non vivono il paese – continua Becattini - e le attività, in questo senso, sono spia dello stato di salute. Sono rimasti in due. E quelli che, negli ultimi anni, hanno provato a investire, hanno dovuto alzare bandiera bianca: una sconfitta per tutti». Una situazione diversa rispetto a quella che Becattini individua in altre realtà vicine: «frazioni come la nostra dove i negozi continuano ad aprire e c’è un dinamismo imprenditoriale maggiore che significa solo una cosa: prospettive di guadagno reali».
Un’ancora di salvezza Becattini la individua nella realizzazione di un piano turistico che punti al rilancio di Villa Lante, il parco caro ai bagnaioli e al centro negli ultimi anni di proteste e manifestazioni. «È un gioiello eppure continua ad esser poco valorizzato. I commercianti, che ascoltano la voce dei turisti, lo sanno bene». E ancora Becattini pensa a «un piano che punti dal rilancio delle attività».
Temi e idee che i bagnaioli sono pronti a portare all’attenzione della giunta e alla sindaca Chiara Frontini (che nella frazione al ballottaggio dello scorso giugno ha raccolto oltre il 70% delle preferenze) alla quale Becattini chiede maggiore attenzione e una considerazione più alta rispetto a quanto fatto dai suoi predecessori. «Perché senza un progetto a lungo termine che sia in grado di dare al paese quel sostegno necessario per affrontare le sfide del futuro il destino commerciale di Bagnaia è segnato – conclude - o rischiamo il nulla da qui a pochi anni».
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Il Messaggero