Aggressioni in carcere a Viterbo, il sindacato: «Basta, è un sistema al collasso»

Il carcere di Viterbo
Due detenuti stranieri, padre e figlio, nel carcere di Viterbo aggrediscono a più riprese gli agenti di custodia: è alta tensione nel penitenziario di Viterbo....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Due detenuti stranieri, padre e figlio, nel carcere di Viterbo aggrediscono a più riprese gli agenti di custodia: è alta tensione nel penitenziario di Viterbo. «Situazione contenuta e gestita al meglio dal personale di Polizia penitenziaria in servizio», sottolinea il sindacato autonomo del corpo Sappe. 


«E’ stato un pomeriggio da incubo quello di ieri», lo ha definito Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, il più rappresentativo della categoria. «Due detenuti, padre e figlio di origine maghrebina, al rientro dal passeggio e brandendo due lamette si sono scagliati contro il personale di polizia penitenziaria. Gli agenti sono riusciti a bloccare il padre ma il figlio ha preso un estintore nel tentativo di colpirli e poi ha scaricato in faccia ai poliziotti il contenuto dell’estintore stessi. Tre agenti sono dovuti ricorrere al pronto soccorso di Viterbo per le cure tra intossicazione e lesioni varie».

L’evento critico, semrpe secondo il Sappe, è poi continuato nel reparto isolamento, dove il personale stava accompagnando il detenuto più giovane, «che ha estratto una ulteriore lametta per poi ingoiarla. Sono stati bravi i poliziotti penitenziari viterbesi- ha detto Somma - a intervenire tempestivamente, con professionalità, capacità e competenza». Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, esprime apprezzamento e vicinanza al personale in servizio a Viterbo. «Il ministero della Giustizia riconosca loro una adeguata ricompensa - dice Capece - per le eccellenti capacità professionali e umane con le quali hanno gestito l'evento critico, che avrebbe potuto avere peggiori conseguenze».


Il sindacato denuncia la precarietà della situazione penitenziaria nazionale: «Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Lo diciamo da tempo, inascoltati: la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati, come la vigilanza dinamica e il regime aperto, dall’aver tolto le sentinelle della Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta, dalla mancanza di personale, dal mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero