Abusi sulla nipotina, nonno condannato a 4 anni e mezzo di carcere

Tribunale di Viterbo
Abusi sulla nipotina, nonno condannato per violenza sessuale a 4 anni e mezzo di reclusione. E’ terminato martedì sera, dopo 15 udienze tutte rigorosamente a porte...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Abusi sulla nipotina, nonno condannato per violenza sessuale a 4 anni e mezzo di reclusione. E’ terminato martedì sera, dopo 15 udienze tutte rigorosamente a porte chiuse, il processo a un sessantenne del viterbese accusato di aver molestato la nipote di 11 anni. L’imputato, difeso dall’avvocato Luca Nisi, prima della sentenza avrebbe reso spontanee dichiarazioni cercando di ribaltare la sua posizione.

Ma per il collegio del Tribunale di Viterbo il suo tentativo non sembrerebbe essere andato in porto. A fornire la prova sarebbero stati dei palpeggiamenti, che l’uomo avrebbe messo in atto la vigilia di Natale del 2021 in un comune della provincia di Viterbo. Palpeggiamenti confermati in aula dalla vittima ascoltata all’inizio del dibattimento. Il sessantenne, secondo il capo d’imputazione, avrebbe approfittato dei momenti in cui era solo con la ragazzina, costringendola a subire toccamenti ripetuti nelle parti intime e abusando della condizione di inferiorità psichica, correlata all’età e al legame di discendenza. I palpeggiamenti sarebbero avvenuti in più occasioni.

Sugli abusi ha indagato la Squadra Mobile che ascoltò in forma protetta sia la ragazzina sia la madre, entrambe poi costituite parte civile con l’avvocato Remigio Sicilia. Fu proprio la mamma della vittima, deceduta durante il processo, a spiegare agli investigatori come secondo lei il suocero aveva approfittato dell’opportunità di trascorrere del tempo da solo con la nipote, di cui si sarebbe “preso cura” mentre i genitori erano al lavoro. Durante la discussione il pm Michele Adragna aveva chiesto 2 anni e 8 mesi di reclusione per la lieve entità dei fatti contestanti, nonostante l’aggravante per il vincolo di parentela e della minore età. Il collegio, presieduto dalla giudice Elisabetta Massini, però non ha ritenuto applicabile al contesto la lieve entità e lo ha condannato a 4 anni e mezzo di carcere e al pagamento di 20mila euro come risarcimento per la vittima.

Già pronto a dare battaglia il legale dell’imputato. «Ricorreremo sicuramente in appello - ha affermato l’avvocato Luca Nisi -, la vittima si è contraddetta più volte e molti testimoni hanno spiegato che il mio assistito e la nipote non erano mai soli in casa».

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero