A Viterbo da 15 anni ma dice di non sapere l'italiano, slitta l'interrogatorio del marito violento

Polizia
Maltrattamenti sulla moglie, slitta l’interrogatorio di garanzia del georgiano arrestato venerdì dalla Squadra Mobile. L’uomo, ristretto nel carcere di Viterbo,...

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Maltrattamenti sulla moglie, slitta l’interrogatorio di garanzia del georgiano arrestato venerdì dalla Squadra Mobile. L’uomo, ristretto nel carcere di Viterbo, avrebbe detto di non conoscere l’italiano e di non capire per cosa è accusato, nonostante sia in Italia dal 2008. Il giudice ha quindi deciso di rinviare tutto e di far tradurre l’ordinanza.

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Solo quando tutta l’ordinanza sarà tradotta nella sua lingua l’indagato sarà sottoposto a interrogatorio alla presenza di un traduttore. Il 44enne, nel procedimento assistito dall’avvocato Paolo Delle Monache, è arrivato con la moglie a Viterbo 15 anni fa e dopo più di un decennio di violenza fisica e psicologia è stato denunciato dalla compagna. Denuncia arrivata dopo che i due figli della coppia, davanti all’ennesima aggressione del padre, hanno chiamo un centro antiviolenza per chiedere aiuto. La telefonata al centro antiviolenza ha innescato il meccanismo che ha portato madre e figli in salvo.

Dopo un primo momento in cui la vittima continuava a nascondere anni di violenza e repressione psicologia, si sarebbe aperta con gli agenti della mobile raccontando tutto. Momenti di terrore vissuti per troppo tempo e per motivi inspiegabili. La donna sarebbe stata “punita” per aver salutato i genitori di un compagno di scuola dei figli. Punita con botte e insulti. E sarebbe stata costretta a radersi tutti i capelli per non mostrarsi più in pubblico. I figli però, che frequentano le scuole elementari e medie, hanno deciso di prendere la situazione in mano e di assicurare il padre violento alla giustizia. In attesa della traduzione dell’ordinanza del gip l’indagato resterà in carcere.

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Il Messaggero