Festa della Liberazione: spunta un progetto per un Istituto sulla Resistenza nella Tuscia

Il professor Mariano Buratti
Università della Tuscia: alla vigilia del 25 Aprile, festa della Liberazione, l'ateneo lancia il progetto di creare un "Istituto per la Storia della Resistenza e...

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Università della Tuscia: alla vigilia del 25 Aprile, festa della Liberazione, l'ateneo lancia il progetto di creare un "Istituto per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea a Viterbo e nella Tuscia" (Istoreco), da intestare al nome di Mariano Buratti, docente di storia e filosofia, partigiano e militare italiano, insignito di medaglia d'oro al valor militare. Nato a Bassano Romano il 15 gennaio 1902, il 13 dicembre 1943 venne catturato dai nazifascisti; il 31 gennaio 1944, dopo settimane di detenzione e torture tra Via Tasso e Regina Coeli, venne fucilato al Forte Bravetta.

«Dando voce ai moniti del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla vitalità della Costituzione italiana, occorre "far memoria" del passato contro l'oblio, attivare una coscienza vigile nella tutela dei diritti e delle libertà fondamentali», affermano due cattedratici tra gli ideatori del progetto: Maurizio Ridolfi (docente di Storia contemporanea) e Sante Cruciani (docente di Storia delle relazioni internazionali).

«Nel contesto di una riflessione sulle radici e sulla storia della Repubblica - afferma Ridolfi - nonché sulla sua proiezione europea, è tempo che anche a Viterbo sorga un Istituto storico per lo studio della Resistenza e dell'età contemporanea. Per questo, come docenti e ricercatori dell'ateneo, proponiamo al territorio di concorrere alla fondazione dell'Istituto che sarà ospitato nel complesso di Santa Maria in Gradi».

I macro-obiettivi vengono esplicitati da Cruciani. «In primo luogo - rivela il docente - vogliamo muovere dai valori morali dell'antifascismo e della Resistenza, rifusi nella Costituzione e nella natura democratica della Repubblica, nata dal referendum popolare del 2-3 giugno 1946, con il voto di uomini e donne protagoniste. In secondo luogo, vogliamo indagare il senso delle tradizioni civiche e le forme e i linguaggi delle autorappresentazioni comunitarie, l'influenza delle élite locali, la natura peculiare dello sviluppo socio-economico e urbanistico».

Per concretizzare il progetto viene chiesto il sostegno delle articolazioni istituzionali e associative, culturali e socio-economiche nella Tuscia.

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Il Messaggero