Venezia svela i giardini "segreti" del Palladio: il Rinascimento "green" alla Giudecca

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Servizio di Laura Larcan - Montaggio video di Davide Fracassi / Ag. Toiati

Veniva definito come il "paradiso in terra". Una cornice speciale, di pace francescana, per godersi il panorama piu' inedito sulla laguna di Venezia. Lo scenario è quello di un'oasi di armonia paradisiaca, dove la natura appare addomesticata dall'estro umano, gareggiando con la nobile architettura. Intorno, fin dove si spinge lo sguardo, c'è l'acqua lagunare che accarezza le vezzose facciate e cupole veneziane. Siamo in quelli che a tutti gli effetti sono considerati i giardini segreti rinascimentali di Venezia, mai aperti al pubblico. Un ettaro di patrimonio green, tra orti, serre, antiche officine, cappelle, laboratori di botanica, apiari per produrre miele, uliveti per ottenere l'olio gourmet.

E' il tesoro, praticamente sconosciuto, della Giudecca, incastonato nell'area del convento della basilica del Redentore, chiesa famosissima per la collezione di capolavori d'arte (primo fra tutti, il Tintoretto), e molto amata dagli stessi veneziani, cuore dell’omonima festa popolare intrisa di folklore. Ora grazie ad un complesso restauro e valorizzazione sta per essere svelato al grande pubblico. L’operazione rientra sotto l’egida della Venice Gardens Foundation presieduta da Adele Re Rebaudengo che spicca nei Comitati Privati Internazionali impegnati per la salvaguardia del patrimonio di Venezia, cui di deve il recupero dei Giardini Reali di Venezia. E vanta risorse per 5,5 milioni di euro grazie a fondi del Pnrr e ad una cordata di mecenati. A guidare i lavori, che andranno avanti fino alla primavera del 2024, e' stato chiamato un archistar paesaggista come Paolo Pejrone (che ha anche firmato i giardini di Santa Croce in Gerusalemme a Roma).

Il progetto è molto articolato e ambizioso, che dal restauro filologico botanico e architettonico punta anche ad una nuova gestione sulla scia della concessione ventennale alla Fondazione da parte della Curia provinciale dei Frati Minori Cappuccini in accordo con la Soprintendenza del Ministero della Cultura. Il cosiddetto Compendio diventa una realtà tutta da scoprire. I frutteti disegnano scenografi quasi selvatiche, alternandosi alle coreografie degli erbari, in attesa ora della tavolozza floreale per la stagione primaverile. La violenta "acqua granda" del 2019 (di 187 drammatici centimetri) aveva lasciato una devastazione. Il recupero è iniziato due anni fa. E ora fervono i lavori.

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Il Messaggero