Spazio, la guerra in Ucraina ritarda il lancio della sonda Exomars2022

La crisi Ucraina stravolge anche le cooperazioni spaziali tra Europa e Russia: a farne le spese sono la missione per Marte ExoMars, il cui lancio era previsto per fine anno, e...

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La crisi Ucraina stravolge anche le cooperazioni spaziali tra Europa e Russia: a farne le spese sono la missione per Marte ExoMars, il cui lancio era previsto per fine anno, e l'uso del razzo Soyuz, in uso al Centro spaziale europeo di Kourou, in Guyana Francese già da 10 anni e che avrebbe dovuto mettere in orbita a inizio aprile due nuovi satelliti del sistema di navigazione europeo Galileo. Dopo i dubbi sul destino della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) sollevati in una serie di tweet polemici del presidente della Roscosmos, Dmitry Rogozin, che condannava le sanzioni imposte dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, la crisi si allarga inevitabilmente anche ai progetti congiunti con l'Europa.

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Ad accendere i toni è stata la comunicazione, ancora una volta via Twitter, del ritiro degli 87 tecnici spaziali russi presenti al Centro spaziale europeo di Kourou che erano al lavoro per il lancio del razzo Soyuz che il 5 aprile dovrebbe mandare in orbita altri 2 satelliti del sistema di navigazione satellitare europeo Galileo.

«In risposta alle sanzioni dell'Ue contro le nostre imprese, Roscosmos - ha scritto l'agenzia sul suo profilo - sta sospendendo la cooperazione con i partner europei nell'organizzazione di lanci spaziali dal cosmodromo di Kourou e ritirando il suo personale, compreso l'equipaggio di lancio consolidato, dalla Guyana francese».

Dal 2011 infatti Esa e Roscosmos hanno un accordo per l'uso del lanciatore russo dalla base europea portando a conclusione ben 27 lanci, l'ultimo dei quali il 10 febbraio. Poco dopo era arrivata la risposta del Commissario europeo per lo Spazio, Thierry Breton, che in una nota spiegava che «questa decisione non ha conseguenze sulla continuità e sulla qualità dei servizi Galileo e Copernicus. Né questa decisione mette a rischio il continuo sviluppo di queste infrastrutture».

«Siamo pronti ad agire con decisione - ha aggiunto Breton - insieme agli Stati membri, per proteggere queste infrastrutture critiche in caso di aggressione, e continuare a sviluppare Ariane 6 e VegaC per garantire l'autonomia strategica dell'Europa nell'area dei lanciatori». In giornata era atteso un dialogo tra le due parti per chiarire la situazione relativa a Soyuz e il destino di ExoMars, la missione congiunta il cui lancio era fissato a fine 2022 per portare su Marte un rover con l'obiettivo di cercare eventuali antiche tracce di vita, ma l'incontro è stato rinviato. Nel pomeriggio Esa ha spiegato attraverso una nota stampa che «stiamo pienamente attuando le sanzioni imposte alla Russia dai nostri Stati membri» e aggiunge che ritiene «molto improbabile» che si possa lanciare ExoMars nel 2022. Nella nota si spiega inoltre che, in relazione alla decisione russa di ritirare il proprio personale da Kourou, «valuteremo per ciascun payload istituzionale europeo sotto la nostra responsabilità il servizio di lancio più appropriato basato in particolare sui sistemi di lancio attualmente operativi e i prossimi lanciatori Vega C e Ariane 6».

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Il Messaggero