Ci si mette di più a fare una crociera intorno al mondo che a ottenere una carta d’identità a Roma: anche quattro mesi e mezzo d’attesa per...
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L’Anagrafe della Capitale è andata in tilt, rallentata oltre ogni aspettativa da un sistema informatico che avrebbe dovuto snellire l’iter e invece ha sortito l’effetto opposto, fino a diventare il simbolo della burocrazia limacciosa del Comune. Burocrazia che trasforma procedure ordinarie in trafile dai tempi inverosimili. Sugli appalti - quasi tre anni per assegnare una gara per pulire i tombini - come sui permessi che chiedono i negozianti per cambiare un’insegna (3 mesi di media, ha contato Confesercenti) o per far spostare un cassonetto (anche un semestre per avere una risposta). Dal 2016 a oggi sono esplosi i tempi d’attesa per rinnovare la carta d’identità. Dalla fine del 2015 tutta la procedura per prenotarsi all’Anagrafe è online, ma i guai sono arrivati con l’arrivo della carta d’identità elettronica, che a Roma viene rilasciata dal novembre 2016. La “macchina” della Capitale si è fatta trovare impreparata. Pochi terminali e sportelli aperti il pomeriggio solo due giorni a settimana (il martedì e il giovedì), mentre la vecchia giunta Marino addirittura propose di aprirli il sabato mattina. Risultato: barricate dei sindacati, niente di fatto. E così proseguono i disagi. Non ha cambiato molto le cose il fatto che a gestire la procedura, da un anno, sia un sito diverso, il portale unico del Viminale. In alcuni municipi tocca aspettare fino a novembre, per vedersi rinnovato un documento. In altri ottobre. In 15 sedi anagrafiche su 38 ieri addirittura non erano disponibili appuntamenti. Tutto intasato. Virginia Raggi lo sa, tanto che a febbraio ha cambiato l’assessore all’Anagrafe, per correre ai ripari. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero