Parigi impacchetta l'Arco di trionfo: dopo 60 anni l'opera sognata da Christo diventa realtà

25mila mq di tessuto riciclabile in polipropilene argento blu e 3 mila metri di cordoncino rosso: il risultato visivo è sorprendente e viene voglia di toccarlo. In mostra fino a oggi

L'Arco di Trionfo è stato impacchettato. A distanza di 60 anni il progetto artistico del sogno di Christo Javacheffe e Jeanne-Claude si realizza. Ma non si tratta di...

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L'Arco di Trionfo è stato impacchettato. A distanza di 60 anni il progetto artistico del sogno di Christo Javacheffe e Jeanne-Claude si realizza. Ma non si tratta di una solita installazione artistica. L'Arc de Triomphe wrapped è molto di più: «Sarà come un oggetto vivente che si animerà nel vento e rifletterà la luce. Le pieghe si muoveranno, la superficie del monumento diventerà sensuale. Le persone avranno voglia di toccare l’Arco di Trionfo»: così parlava Christo di quel progetto nato dalla collaborazione con Jeanne-Claude, sua compagna di vita e di arte. Ed aveva ragione perchè quel desiderio di toccare il monumento ce l'abbiamo davvero. Oggi sarà l'ultimo giorno per ammirare l'opera che ha visto uno dei simboli della città di Parigi "incartato" e drappeggiato.  25 mila metri quadrati di tessuto riciclabile in polipropilene argento blu e 3 mila metri di cordoncino rosso sono stati usati per fasciare il monumento di place Charles-de-Gaulle voluto da Napoleone Bonaparte. L'effetto finale visivo è sorprendente: il monumento di Parigi si mostra come un opera vivente che si anima col vento illuminando il quartiere quando i raggi del sole si riflettono sulla sua superficie.

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L'Arco di Trionfo impacchettato: il progetto 60 anni fa

Un’idea pensata nei minimi dettagli dalla coppia di artisti che, oggi, a distanza di ben 60 anni dalla prima bozza di idea, prende vita. L’Arco di Trionfo era stato, infatti, il primo monumento Christo e Jeanne-Claude avevano pensato di impacchettare, prima ancora del Pont Neuf. Ma probabilmente il progetto era troppo ambizioso, (almeno per quei tempi), e i due decisero di lasciarlo da parte (temporaneamente) senza abbandonare mai però la certezza che prima o poi lo avrebbero realizzato. Così, dopo la diffusione della notizia della realizzazione dell’ultimo sogno di Christo Javacheff a inizio estate, i preparativi sono iniziati e la lunga attesa è stata ripagata. Uno spettacolo da non perdere che lascia senza parole.

Ecco questa è l‘ultima creatura di Christo, esattamente come lui l'aveva progettata, l’ultima prima di morire. Adesso quel suo sogno che è diventato relatà ha anche sigillato quel forte legame tra lui la sua arte e quella di Jeanne-Claude con la capitale francese.

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Il Messaggero