Lo speciale Sky Tg24 sulla salute: «Ecco i rischi del "biologico"»

Le abitudini alimentari degli italiani sono sempre più improntate ad una maggiore attenzione alla qualità del cibo. Ma i consumatori sono sempre consapevoli delle...

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Le abitudini alimentari degli italiani sono sempre più improntate ad una maggiore attenzione alla qualità del cibo. Ma i consumatori sono sempre consapevoli delle scelte che fanno? Certificazioni e provenienza sono sempre chiare e trasparenti? Quali convinzioni alimentari sono corrette e quali invece sono solo una moda


Lo racconta lo speciale di Sky TG24 “Un piatto di salute – Atto secondo”, in onda lunedì 3 dicembre alle 20.20 (e in replica alle 23.10 di lunedì e alle 14 di martedì 4 dicembre) e disponibile su Sky On Demand. Con il direttore Sarah Varetto, lo speciale di Sky TG24 prova a fare chiarezza sulle insidie che possono nascondersi in alcuni alimenti e prodotti, indagando sui sistemi di certificazione, sui controlli, sulle norme vigenti, talvolta lacunose, oltre che su false credenze e pregiudizi diffusi riguardo all’alimentazione. Nuove mode e diete hanno portato a un forte aumento dell’uso – e dunque del business - degli integratori, della cui composizione ed effettiva utilità i consumatori hanno spesso scarsa consapevolezza. La qualità del cibo che mangiamo, tra cui quello a prezzi troppo bassi come nei sempre più diffusi “all you can eat”, non è sempre garantita e la sua provenienza è a volte dubbia. Di molti alimenti presenti nella nostra dieta, come il latte, non si conoscono a fondo benefici, svantaggi e possibili rischi. Nelle coltivazioni biologiche, ritenute più salutari, gli obblighi per i produttori e i criteri di certificazione non sono sempre chiari e sufficientemente rigorosi. I prodotti senza glutine riscuotono sempre più successo, ma il consumo di questi alimenti non è salutare per chi non è intollerante. Ci sono poi autentici paradossi come quello degli OGM: la produzione è vietata in Italia, ma molte nostre coltivazioni sono comunque prodotti di laboratorio non esistenti in natura e necessitano per di più di ripetuti trattamenti chimici. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero