TripAdvisor vira sul social. Follower e influencer sulla nuova piattaforma per le vacanze

TripAdvisor vira sul social. Follower e influencer sulla nuova piattaforma per le vacanze
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TripAdvisor si aggiorna. E diventa social. Il portale nato 18 anni fa su intuizione di Stephen Kaufer, con l'obiettivo di aiutare la comunità di naviganti del web nella scelta di mete vacanziere attraverso le recensioni di hotel e ristoranti, per non perdere terreno col mondo digitale, cambia dal punto di vista estetico, e rivede la sua filosofia. Oggi è molto più simile ad una piattaforma social dove postare foto, video, link e scrivere recensioni. La novità è che gli utenti ora possono scegliere a chi dare i loro like, seguire il profilo più in voga e per ogni account ci sono i followers. Tripadvisor dunque, rimane nella sostanza un portale per dare consigli su un ristorante o bocciare una struttura turistica, ma lo fa scegliendo una strada, forse più redditizia, dove a contare di più nei giudizi, sono gli influencer con maggior numero di seguaci, mentre fino ad oggi era la comunità degli iscritti ad avere un peso. Più si scrivevano recensioni e più si era ritenuti affidabili, ma non c'erano i followers da contare, e le fotografie (anche bruttine) erano significative perché senza filtri. C'è da dire però che non mancavano recensioni bufale, acquistate appositamente per screditare la concorrenza, e di cui si è occupata anche la magistratura.

Certo è che TripAdvisor, con le oltre 702 milioni di recensioni, ha cambiato le nostri abitudini di viaggio, consentendo la vacanza fai-da-te con più facilità e meno rischi. Oggi accedendo all'app si ha da subito l'impressione di avere tra le mani una bacheca social le cui informazioni scorrono in un flusso infinito, e dove ogni utente ha il suo profilo contraddistinto dalle voci: viaggi, video, foto e link che si possono commentare e condividere. Se invece si preferisce una consultazione più tradizionale, scegliendo tra cose da fare, hotel o ristoranti si trovano le recensioni della comunity. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero