Scoperto un nuovo fiore nelle Prealpi bergamasche

Una nuova specie di campanula, denominata Campanula bergomensis, è stata scoperta nelle Prealpi Bergamasche grazie al lavoro congiunto di ricercatori...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Una nuova specie di campanula, denominata Campanula bergomensis, è stata scoperta nelle Prealpi Bergamasche grazie al lavoro congiunto di ricercatori dell'Università degli Studi di Milano, dell'Università di Siena e del gruppo Flora Alpina Bergamasca (Fab). La ricerca, pubblicata sulla rivista «Phytotaxa», evidenzia che questa pianta cresce in ambienti unici, specificamente su conoidi detritici carbonatici di bassa quota, e si trova esclusivamente in alcune valli vicino a Clusone, in provincia di Bergamo. Sebbene presenti affinità con la Campanula cespitosa, diffusa sulle Alpi orientali, analisi genetiche, morfologiche e palinologiche hanno confermato che la Campanula bergomensis è una specie distinta, rappresentando un'entità autonoma all'interno del genere delle campanule.

Il nuovo fiore scoperto dagli scienziati

Secondo i ricercatori, la distribuzione ristretta della nuova specie, che solo in minima parte ricade all'interno di aree protette, rende necessarie appropriate iniziative di tutela. «La specie - spiega Barbara Valle, ricercatrice dell'Università di Siena e prima firmataria dell'articolo - ha un areale limitato ed è gravemente minacciata dalle attività umane. È quindi urgente adottare delle misure di protezione e conservazione». «Questa scoperta dimostra come la biodiversità italiana riservi ancora molte sorprese e che le conoscenze sulla nostra flora e fauna siano tutt'altro che complete, oltre a confermare la straordinaria ricchezza floristica delle zone prealpine. Per affrontare la perdita di biodiversità attualmente in corso è necessario innanzitutto conoscerla a fondo, indagando anche territori apparentemente ben conosciuti», conclude Marco Caccianiga, docente di Botanica del Dipartimento di Bioscienze dell'Università Statale di Milano e coordinatore della ricerca.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero