Le piccole Alpi del Lazio: il Monte Scalambra e l'Eremo di San Michele

Eremo di San Michele
Alle porte della Ciociaria esiste un bosco dall’atmosfera magica, dove gli alberi di cerro e carpino nero sono completamente verdi; non solo nel fogliame, ma anche nei...

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Alle porte della Ciociaria esiste un bosco dall’atmosfera magica, dove gli alberi di cerro e carpino nero sono completamente verdi; non solo nel fogliame, ma anche nei tronchi: il color verde smeraldo del muschio che li riveste interamente, come un abito aderente, dà infatti al bosco su cui si sale, dal borgo di Serrone per arrivare in cima al Monte Scalambra, un’atmosfera misteriosa e suggestiva, che evoca una saga celtica. Siamo sui Monti Prenestini, già in provincia di Frosinone ma a solo un’ora da Roma (prendendo l’autostrada A1 e uscendo a Colleferro). L’itinerario di trekking che vi proponiamo oggi è l’ideale per chi ama i panorami mozzafiato, il silenzio, la solitudine. Superato il paese di Paliano si inizia a salire in auto fra vari tornanti verso Serrone, a 738 metri di altitudine. Dalla cima del paese si può parcheggiare la macchina e imboccare a piedi il sentiero sterrato che porta, prima di arrivare alla cima dello Scalambra (1420 metri), al meraviglioso Eremo di San Michele, del sesto secolo. Il sentiero si snoda in salita attraverso il bosco muschiato e i cespugli di rosa canina. Arrivare all’Eremo (quota 1.105 metri di altitudine) a piedi è certamente più impegnativo che giungere a questa location su quattro ruote, ma il percorso immersi nella natura vale la fatica fisica della salita. Scorci di panorami mozzafiato, aria tersa e cristallina, e i suoni della natura che siamo così poco abituati ad udire in città: l’Eremo di San Michele è luogo di culto e di silenzio dalle mille leggende.


Qui si fermò a meditare San Benedetto, diretto a Subiaco. E fra queste rocce calcaree si dice che l’Arcangelo Michele lottò con il diavolo ricacciandolo a forza in una grotta, tanto da poter vedere ancora oggi la grande impronta del piede del demonio impressa nella pietra accanto all’Eremo. Ex voto, candele, una bella scultura di San Michele (patrono di Serrone) fanno di quest’antica chiesetta una tappa d’obbligo per chi poi, naturalmente, vuole arrivare fino al piazzale di Santa Maria della Pace con la Croce del Popolo, ovvero in cima allo Scalambra. Man mano che si sale in quota, e lo si può fare proseguendo agevolmente anche in auto, il paesaggio cambia e sembra rievocare quello alpino, fra baite con i tetti spioventi in legno e muratura, mucche al pascolo, prati e rocce. Il Monte Scalambra è considerato il balcone più panoramico del Lazio, per la vista spettacolare a 360 gradi che si gode dalla sua cima, e spazia dalla campagna romana alla Ciociaria, dai rilievi collinari alle vigne che segnano la Strada del Cesanese. Proprio da questo monte i più audaci amano lanciarsi in volo con il parapendio; coloro che non sono esperti di questo sport possono provare l’ebbrezza di volare affiancati da un istruttore.

 

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Il Messaggero