A Villa Panza di Varese il viaggio è una percezione

Opera Ganzfeld, il campo visivo totale
Gli amanti dell’arte conoscono bene Villa Menafoglio Litta Panza di Varese. Per tutti gli altri questa splendida dimora del XVIII secolo, uno dei gioielli del Fai (Fondo...

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Gli amanti dell’arte conoscono bene Villa Menafoglio Litta Panza di Varese. Per tutti gli altri questa splendida dimora del XVIII secolo, uno dei gioielli del Fai (Fondo ambiente italiano), è una scoperta tanto piacevole quanto sorprendente.




Costruita alla metà del XVIII secolo per volontà del marchese Paolo Antonio Menafoglio e ampliata in epoca neoclassica dall’architetto Luigi Canonica su incarico del duca Pompeo Litta Visconti Arese, è immersa in un grande parco di 33mila metri quadrati sul colle di Biumo Superiore alle porte di Varese. Ma la villa è celebre nel mondo per la collezione d’arte contemporanea che Giuseppe Panza di Biumo vi ha raccolto a partire dagli anni ’50. Nei saloni e nelle grandi scuderie, sono oggi esposte oltre cento opere di artisti contemporanei, oltre a ricchi arredi del periodo che va dal XVI al XIX secolo e ad un’importante raccolta di arte africana e precolombiana.



Qui è allestita, fino al prossimo autunno, una mostra da non perdere. Si intitola «AISTHESIS - All’origine delle sensazioni» ed è un progetto espositivo realizzato in collaborazione con il Guggenheim Museum di New York, il Getty Research di Los Angeles e l’Archivio Panza di Mendrisio che coinvolge i visitatori in un articolato percorso sparso per tutta la villa. Un percorso fatto di opere intangibili, visioni e proiezioni site-specific, di relazioni tra architettura e di esperienze visive firmate da Robert Irwin e James Turrell, maestri dell’Arte ambientale americana, che culminano nel «Ganzfeld», il campo visivo totale che indaga la percezione e permette di provare la sensazione di trovarsi in una tempesta di neve o di volare tra le nuvole.



La mostra è fatta di luce: luce riflessa, luce naturale, luce artificiale, che nelle opere dei due grandi artisti americani diventa lo strumento per interagire con il pubblico, materia da plasmare. E in mostra si vedono solo luci e spazi. Ma, come ha detto un critico «si penetra l’arte». In un tragitto sempre diverso ed emozionante. Tra ologrammi, veli che modificano e deformano le dimensioni di una stanza, ambienti che sfondano il soffitto e si proiettano verso il cielo.



Come in «Sky Space I» di James Turrell: una stanza completamente vuota e bianca con un varco quadrato sul soffitto. Si guarda quella porzione di cielo come se fosse un dipinto variabile: ora un monocromo blu, ora una notte stellata. L’invito è a entrare, abbandonare il ritmo quotidiano, prendersi tempo per visitare questi spazi e lasciarsi immergere nell’arte.

Magari in occasione delle Giornate Fai di Primavera del 22 e 23 marzo, quando per i visitatori sarà organizzato il «Party in fluo, vestiti di bianco per lo scatto di Primavera!»: visita straordinaria dalle 18 alle 21 all’ala dei Rustici con sorprese durante il percorso. Il visitatore vestito di bianco si colorerà nelle installazioni di Dan Flavin e godrà delle opere di Robert Irwin e James Turrell al tramonto.





IN VISITA

Villa e Collezione Panza, Piazza Litta 1, Varese; tel. 0332.283960,

www.fondoambiente.it/beni


L’esposizione è aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 18 e la domenica con orario prolungato fino alle 20. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero