La regina delle Egadi è Favignana, l’isola a forma di farfalla. Qui la terra arsa è composta dai detriti fossili che testimoniano come questa isola fosse parte del fondale...
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A Favignana tutto è difficile. D’inverno, a causa del maltempo rimane spesso isolata dal resto del mondo, d’estate il sole la sferza senza pietà. Ed è qui che le cantine Firriato hanno lanciato una sfida alla Natura. «Abbiamo riportato la vite a Favignana dopo 100 anni – spiega Sandro Randazzo, sommelier – con un lavoro molto faticoso perché sull’isola non ci sono coltivazioni di nessun tipo. Il clima è molto caldo e in più brezza salmastra e il mare che incombe sulla terra va a intaccare tutte le colture. Così, dopo tante sperimentazioni, abbiamo optato per le varietà di uva a buccia spessa perché impedisce al sale di entrare nell’acino. Ogni singolo acino viene però ricoperto da uno strato di sale che da sapidità al vino che acquista aromi particolari anche grazie alle alghe che con la marea arrivano al vigneto e lo ricoprono». Altra particolarità dei vini della linea Exclusive (3 etichette per 10-12 mila bottiglie su 4,5milioni della produzione totale di Firriato) è la vendemmia. Non potendo costruire una cantina sull’isola e avendo i vigneti a pochi passi dal mare, le uve vengono trasportate a Trapani in barca.
Sempre in tema di unicità a Favignana c’è l’Ex Stabilimento Florio. È un’antica tonnara, con stabilimento per la conservazione del pescato non più in attività. Con i suoi 32mila mq, di cui 3/4 coperti, è una delle più grandi tonnare del Mediterraneo. I lavori, avviati dai tecnici della Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Trapani, si sono conclusi nel 2010, facendone uno splendido esempio di archeologia industriale. Al suo interno uno spazio è destinato a museo, con sale multimediali, e nel resto vengono effettuati diversi eventi etno-culturali. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero