Non è una semplice festa patronale come ce ne sono a migliaia in tutto lo Stivale ma una delle più antiche manifestazioni di folklore italiano che a partire dal...
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Tutti i partecipanti, i tamburini, i ceraioli, i capitani a cavallo, con le loro casacche coloratissime, gialle, blu e nere a seconda del santo che si rappresenta, quindi si riuniscono a Porta Castello dove danno vita al momento clou, il più importante ed emozionante dell’intero evento che regala anche un’immagine mozzafiato dall’alto, una sorta di gouache multi colorata in movimento: l’alzata dei Ceri (che sono anche i simboli della Regione Umbria) pronti a partire per la grande corsa che si suddivide in tre diverse tappe. La prima che procede fino a via Savelli dove i protagonisti assoluti della festa vengono sistemati su dei ceppi, e da cui muove la seconda processione, nel pomeriggio intorno alle 17, alla volta della Chiesa dei Neri.
Quindi l’ultimo tratto, il più scenografico e sentito dagli umbri e non solo, quello che porta su in cima al Monte Igino. Un’occasione in più per vivere dal di dentro questo angolo di centro Italia che ci invidiano in tanti all’estero e che non smette mai di stupire, anno dopo anno, chi non vuole mancare uno degli appuntamenti simbolo dell’energia e della creatività folkloristica del Bel Paese.
Per saperne di più: www.ceri.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero