A Gubbio per l'antica Corsa dei Ceri

La Corsa dei Ceri a Gubbio
di Luisa Mosello
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Martedì 10 Maggio 2016, 09:30

Non è una semplice festa patronale come ce ne sono a migliaia in tutto lo Stivale ma una delle più antiche manifestazioni di folklore italiano che a partire dal Medioevo rivela l’anima di una regione carica di suggestioni: l’Umbria. E’ la Corsa dei Ceri in programma a Gubbio il prossimo 15 maggio, unica al mondo con quei giganteschi “totem” che hanno in cima le statue dei santi Ubaldo (il protettore della città a cui è dedicato in primis l’omaggio), san Giorgio e sant’Antonio Abate. Si concretizza in un lungo e faticoso percorso che si snoda dal centro cittadino fino a raggiungere la sommità di Monte Igino. Guadagnato, in tutti i sensi, eugubini che solo se maschi possono partecipare a quella che è sentita come una celebrazione di grande onore, che in passato si tramandava solo da padre a figlio e che invece oggi è aperta a tutta la popolazione maschile della cittadina in provincia di Perugia.

Già solo l’impianto e lo svolgimento della manifestazione rappresentano un’impresa che si ripete ogni anno. Si inizia prestissimo, alle prime luci dell’alba, intorno alle 5 del mattino quando tutta la città viene svegliata dal suono dei tamburini che hanno il compito di richiamare i corridori alla loro missione. Il primo corteo parte qualche ora dopo alle 9 quando inizia il trasferimento delle statue dalla chiesetta di san Francesco della Pace al Palazzo dei Consoli. Qui vengono fissate sui grandi ceri di legno.

Tutti i partecipanti, i tamburini, i ceraioli, i capitani a cavallo, con le loro casacche coloratissime, gialle, blu e nere a seconda del santo che si rappresenta, quindi si riuniscono a Porta Castello dove danno vita al momento clou, il più importante ed emozionante dell’intero evento che regala anche un’immagine mozzafiato dall’alto, una sorta di gouache multi colorata in movimento: l’alzata dei Ceri (che sono anche i simboli della Regione Umbria) pronti a partire per la grande corsa che si suddivide in tre diverse tappe. La prima che procede fino a via Savelli dove i protagonisti assoluti della festa vengono sistemati su dei ceppi, e da cui muove la seconda processione, nel pomeriggio intorno alle 17, alla volta della Chiesa dei Neri.

Quindi l’ultimo tratto, il più scenografico e sentito dagli umbri e non solo, quello che porta su in cima al Monte Igino. Un’occasione in più per vivere dal di dentro questo angolo di centro Italia che ci invidiano in tanti all’estero e che non smette mai di stupire, anno dopo anno, chi non vuole mancare uno degli appuntamenti simbolo dell’energia e della creatività folkloristica del Bel Paese.
Per saperne di più: www.ceri.it

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