Una vacanza speciale. In una specie di navicella. Che però non è spaziale e non si muove, ma è saldamente attaccata a una montagna spettacolare nel cuore di...
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Un privilegio per pochissimi viaggiatori dallo spirito avventuroso e no limits, in senso stretto: le camere incapsulate sono soltanto tre, grandi 2,5 metri per 7, costruite con uno speciale telaio in alluminio e con pannelli di policarbonato che le rendono impermeabili agli agenti atmosferici, resistenti e sicure. Di certo però, un po’ di coraggio e qualche etto di “fegato” ci vuole: si soggiorna a 1.300 metri di altezza come sospesi al cospetto di un panorama da sogno ma non è cosa proprio per tutti. Prima di tutto occorre non soffrire neanche un tantino di vertigini o di capogiri. Ed essere pronti a fidarsi ciecamente della natura ad alta quota. Perché questo stra-ordinario hotel è stato realizzato in una zona della montagna che fino ad ora era accessibile unicamente agli scalatori provetti e professionisti. Adesso c’è una sorta di strada ferrata per raggiungerlo ma a tratti occorre comunque dar prova concreta di capacità atletiche d’alto, anzi altissimo livello.
Per raggiungere l’ambita meta e varcare la soglia delle stanze ci si deve per forza arrampicare su pareti verticali e stare in equilibrio perfetto per attraversare angusti ponticelli sospesi. Una volta arrivati a destinazione ecco spalancarsi la capsula in cui trascorrere il soggiorno a caccia di suggestioni Incas. Le tre camere all’interno possono accogliere fino a 8 persone e riproducono delle insolite suite con una zona notte che ospita quattro letti, accanto a una piccola area pranzo e un bagno. Il costo? Da 500 a 1.000 dollari a notte. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero