In Vaticano non esiste la Fornero e nemmeno quota 100 e forse tutto sarà più semplice, ma siccome i nodi (economici) arrivano sempre al pettine, a stretto giro...
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BUROCRAZIA
Di fatto l'apparato burocratico negli ultimi vent'anni si è sviluppato eccessivamente e ora tocca ridurlo un po', anche se il Papa ha chiesto di non licenziare nessuno ma di applicare con rigore la Dottrina Sociale della Chiesa. Una raccomandazione che è stata fatta sia durante l'ultima riunione dei capi dicastero che all'incontro dei cardinali che compongono il C9 (una specie di consiglio della corona con il compito di ridisegnare la curia) dove è stato deciso di procedere a ridurre gradualmente gli oltre 4 mila dipendenti laici. Attualmente in Vaticano si va in pensione a 65 anni, come ha stabilito nel 2009 Benedetto XVI con una mini riforma previdenziale divenuta indispensabile per garantire equilibrio al Fondo Pensioni vaticane. Il rescriptum aveva innalzato un po' l'età arrivando a 65 anni per i laici, e 70 anni per il personale religioso, pari a 2000 tra suore e preti in forze negli uffici d'Oltretevere. Esentati da queste regole sono invece gli arcivescovi e i cardinali che si ritirano dal servizio a 75 anni. L'ipotesi al momento abbozzata riguarda 1500 persone da mandare in pensione o pre-pensionare nell'arco di 10 anni. Il cardinale Reinhard Marx, coordinatore del Consiglio per l'Economia, ieri ha affrontato il problema apertamente, mettendo sul tavolo numeri, cifre, proiezioni, costi operativi. Ha anche parlato di ricollocamenti, mobilità del personale e del rispetto del blocco delle assunzioni. Chi andrà in pensione non dovrebbe più essere sostituito nella speranza di snellire un po' alcuni dicasteri che sembrano effettivamente essere cresciuti troppo.
Marx ha proposto persino l'elaborazione di bilanci pluriennali affinché il Consiglio per l'Economia possa formulare delle proiezioni a 5 e a 10 anni per dare una idea più chiara della situazione e di come affrontarla. Insomma, il dimagrimento è iniziato.
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Il Messaggero