Città del Vaticano – Papa Francesco ieri ha ricevuto in Vaticano il presidente dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, il belga Rik Daems. Motivo...
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I quotidiani belgi spiegano che il colloquio tra il Papa e il senatore belga Daems ha affrontato la cooperazione tra il Vaticano e l'Europa dei 47 in materia di difesa dei diritti, di democrazia e di stato di diritto. La conversazione è avvenuta in spagnolo e ha toccato un ventaglio di argomenti, tra anche cui l'ambiente e la lotta contro le violenze alle donne.
Il Vaticano pur non essendo membro del Consiglio d'Europa ha un seggio come osservatore e in passato si è associato a diverse convenzioni in materia di organizzazione pan-europea.
Secondo Daems Papa Francesco si sarebbe dimostrato attento ascoltatore sul tema femminile, per contrastare la cultura patriarcale che è alla base della violenza e dei femminicidi. «Il Papa mi è sembrato aperto sull'argomento» ma al momento non ci sono segnali da parte della Santa Sede di adesione al Trattato di Istanbul. La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica rappresenta il trattato internazionale di più ampia portata per affrontare questa grave forma di violazione dei diritti umani. Si propone di conseguire l’obiettivo di tolleranza zero e costituisce un ulteriore passo avanti per una migliore sensibilizzazione al problema e per rendere più sicura la vita delle donne all’interno e all’esterno dei confini europei.
Prevenire la violenza, proteggere le vittime e perseguire penalmente i loro aggressori sono i cardini della Convenzione. Il testo mira a cambiare i cuori e le menti delle persone, la cultura dominante, esortando tutti i membri della società, e in particolare gli uomini e i ragazzi, a mutare atteggiamento. In sostanza, è un rinnovato invito a promuovere una maggiore uguaglianza tra donne e uomini, poiché la violenza sulle donne ha profonde radici nella disparità tra i sessi all’interno della società ed è perpetuata da una cultura che tollera e giustifica la violenza di genere e si rifiuta di riconoscerla come un problema.
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Il Messaggero