La Cei «comprende» la rabbia dei grillini per la Tav, anche con questo governo i problemi dell'Italia sono sempre gli stessi

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Città del Vaticano – «E’ comprensibile che vi siano le proteste e, in Puglia, si assista alla rivolta contro i deputati grillini: era stata fatta una...

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Città del Vaticano – «E’ comprensibile che vi siano le proteste e, in Puglia, si assista alla rivolta contro i deputati grillini: era stata fatta una promessa sulla Tap e di conseguenza si è fatto largo tanto disagio. Tuttavia non dobbiamo fermarci a questo, dobbiamo vedere se questa opera creerà davvero posti di lavoro. Noi come Chiesa vigileremo». L'arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro - organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici - commenta le ultime vicende legate alla realizzazione del gasdotto trans-adriatico, una opera avversata inzialmente dal Movimento 5 Stelle anche se poi sostenuta dal governo giallo-verde causando ondate di protesta tra gli elettori grillini. 


L'arcivescovo invita a portare l'attenzione sul tema dell'occupazione e sul concetto di lavoro sostenibile, l'unico punto sul quale occorre riflettere: «con la nota del capo del governo Conte, ha vinto l'economia su tutto il resto, ma i problemi sociali restano aperti e su essi dobbiamo restare intransigenti. Le soluzioni su Ilva e Tap metteranno in moto l'economia, ma le ricadute sociali vanno monitorate». Monsignor Santoro ricorda inoltre che «sia sull'Ilva che sulla Tap, l'attuale governo ha portato a termine ciò che era stato preparato dal governo precedente. Dopo le dure contestazioni in campagna elettorale, ora ci troviamo di fronte all'approvazione sostanziale di quei progetti, pur con alcune varianti migliorative».  


    Sul versante politico-economico  Santoro si è lamentato perchè si parla sempre di grandi sfide ma i problemi restano gli stessi,« pur in un quadro politico profondamente cambiato: le questioni restano tutte aperte». Santoro cita «la povertà, la disoccupazione giovanile, il divario tra Nord e Sud, la precarietà del lavoro, la tutela dell'ambiente, la denatalità» e sottolinea in particolare «la fine di una crescita economica trainata soltanto dei consumi: servono seri investimenti e non bruciare risorse nel breve termine». In particolare, «tutte le proposte devono basarsi sulla centralità del lavoro e di un lavoro degno. Il sussidio può essere un aiuto iniziale, ma ciò che dà dignità è il lavoro non il reddito».       Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero