Le scuole materne cattoliche escluse dalla commissione del Ministero dell'Istruzione: dimenticati 500mila alunni

Le scuole materne cattoliche escluse dalla commissione del Ministero dell'Istruzione: dimenticati 500mila alunni
Città del Vaticano – Le scuole materne cattoliche dimenticate per strada dal ministero dell'Istruzione. A protestare è la Fism, la Federazione...

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Città del Vaticano – Le scuole materne cattoliche dimenticate per strada dal ministero dell'Istruzione. A protestare è la Fism, la Federazione italiana scuole materne che accoglie nelle sue comunità scolastiche non profit circa cinquecentomila bambine e bambini, praticamente più di un terzo di quelli frequentanti l’intero sistema integrato nazionale di educazione ed istruzione. Nelle ultime ore, infatti, l'organismo cattolico ha appreso con «vivo rammarico di non essere stata inserito nella commissione nazionale di recentissima ricostituzione».

La Commissione, giunta a scadenza e ricostituita con decreto ministeriale n. 258 del 6 agosto 2021, ha compiti consultivi e propositivi sulla realizzazione del Sistema integrato 0-6, che comprende i servizi educativi per l’infanzia (nidi, sezioni primavera, servizi integrativi) e la Scuola dell’infanzia, ed è composta da esperti in materia di educazione e di istruzione delle bambine e dei bambini dalla nascita fino all’ingresso nella scuola dell’obbligo individuati dal Ministero dell’Istruzione e dalla Conferenza Unificata.

La Federazione - fa sapere una nota - "si sta attivando per comprendere le ragioni di tale esclusione sul presupposto che la costruzione di un sistema sempre più integrato dev'essere promossa proprio negliorgani nazionali che sono deputati a formulare pareri e proposte per queste finalità".

 

Da poco la Fism ha eletto il suo nuovo presidente, Giampiero Redaelli. «Mi auguro – aveva detto poco dopo l'elezione – di riuscire a rafforzare l’interlocuzione, già in atto, con le istituzioni ecclesiali e politiche senza dimenticare che il nostro impegno ha anche una connotazione fortemente culturale e di valenza pedagogica. Lo slogan continuerà ad essere ‘Prima i bambini’».

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Il Messaggero