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Città del Vaticano – La scoperta di un nuovo caso di pedofilia ha fatto ripiombare nel caos i cattolici in Francia che ora si chiedono che fine far fare ai quadri di un prete pedofilo, le cui opere attualmente sono esposte in diverse chiese francesi. La vicenda ha come protagonista un sacerdote morto nel 1994 e piuttosto noto per la sua attività artistica. Egli dipingeva con successo quadri astratti e per questo veniva chiamato il Picasso cattolico.
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Ad avere scoperchiato il vaso di Pandora su di lui è stata la ricerca effettuata dalla commissione mista (CIASE) incaricata dall'episcopato di scandagliare gli archivi diocesani e fotografare l'ampiezza del fenomeno degli abusi. Dallo studio è emersa una analisi abnorme (si parla di circa 300 mila vittime in un arco temporale di 70 anni) tanto da avere sollevato diversi dubbi sulla metodologia utilizzata dagli esperti per il conteggio visto il numero esagerato di vittime. E' nell'ambito di questa ricerca che è saltato fuori che tra gli anni Settanta e Ottanta padre Luis Ribes avrebbe abusato di diversi bambini anche se finora i crimini non erano mai stati resi noti all'opinione pubblica.
Il nuovo caso ha costretto il vescovo locale a programmare una visita nel paesino, vicino a Lione, dove è stato sepolto padre Ribes. Contro di lui la commissione indipendente sugli abusi sessuali ha raccolto finora tre testimonianze benchè nuove vittime siano successivamente state contattate dalle due diocesi in cui ha prestato servizio il sacerdote. Nel frattempo in diverse chiese francesi dove ci sono esposti i quadri di padre Luis Ribes si è aperto un dibattito sulla collocazione delle sue opere. Per rispetto alle vittime è possibile che i dipinti troveranno presto una altra sistemazione come è successo la settimana scorsa nella chiesa di Pomeys (nella regione del Rodano).
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