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Un «episodio febbrile» ieri sera, di non rilevante entità né durata, poi l'esito negativo della Tac torace-addome, che stamane ha escluso qualsiasi complicazione nel recupero post-operatorio. Al suo quinto giorno di permanenza al Policlinico Gemelli, dove domenica ha subito l'intervento chirurgico al colon, papa Francesco continua ad alimentarsi in modo autonomo, a muoversi dal letto di degenza e anche a rivolgere il suo pensiero alle altre persone malate: come i piccoli pazienti del vicino reparto di Oncologia Pediatrico, cui ieri pomeriggio ha fatto giungere il suo «affettuoso saluto». Il Bollettino di mezzogiorno, diffuso oggi dal direttore della Sala stampa vaticana Matteo Bruni, ha fatto sapere che ieri il Pontefice «ha trascorso una giornata tranquilla, alimentandosi e mobilizzandosi autonomamente».
Nel pomeriggio «ha inteso manifestare la Sua paterna vicinanza ai piccoli degenti del vicino reparto di Oncologia Pediatrica e Neurochirurgia Infantile, facendo loro giungere il Suo affettuoso saluto». In serata, poi, il Papa «ha manifestato un episodio febbrile». E «questa mattina è stato sottoposto agli esami di routine, microbiologici e ad una tac torace-addome, risultata negativa». «Il Santo Padre prosegue le cure programmate e l'alimentazione per via orale», ha aggiunto il portavoce della Santa Sede.
E una sottolineatura importante, che dice molto dello spirito di papa Bergoglio anche nell'attuale condizione di convalescenza, è che «in questo particolare momento rivolge il Suo sguardo a quanti soffrono, esprimendo la Sua vicinanza agli ammalati, specialmente ai più bisognosi di cure». Restano aperti gli interrogativi su quando il Pontefice potrà lasciare il Policlinico universitario per fare ritorno a Santa Marta, e lì continuare il definitivo ristabilimento fisico - i medici non hanno modificato la previsione di una degenza al Gemelli di circa sette giorni, «slavo complicazioni» -, e su dove pronuncerà l'Angelus domenica prossima, se dallo stesso ospedale o dal Vaticano.
Ma su questo anche dalla Santa Sede si fa sapere informalmente che «ogni ipotesi è ancora prematura».
E attorno alla degenza ospedaliera del Pontefice si stringe sempre l'affetto e la solidarietà dei fedeli. «Prima di essere il Papa è una persona che ha bisogno di aiuto»: a dirlo è suor Maria Leonina, all'anagrafe Giuseppina, che stamani ha pregato con le mani rivolte verso il cielo e gli occhi puntati alle finestre al decimo piano del Gemelli. «Una preghiera ci vuole sempre per il Papa e per il mondo», ha osservato la religiosa.
E attorno al Policlinico universitario, non manca chi - tra sacro e profano - attende la guarigione del Papa e si augura che domenica sia la giornata delle belle notizie: con Francesco di nuovo affacciato alla finestra di Piazza San Pietro per recitare l'Angelus e, grazie anche alla sua intercessione, «l'Italia possa battere l'Inghilterra e aggiudicarsi gli Europei».
Papa Francesco ricoverato al Policlinico Gemelli (foto Paolo Caprioli/Ag.Toiati)
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Il Messaggero