Il Papa invia un cardinale in Ucraina a difendere i profughi africani che faticano ad entrare in Europa

Il Papa invia un cardinale in Ucraina a difendere i profughi africani che faticano ad entrare in Europa
Città del Vaticano – Il cardinale Michael Czerny, uno dei due cardinali inviati da Papa Francesco in Ucraina - dove proverà ad entrare dal confine con...

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Città del Vaticano – Il cardinale Michael Czerny, uno dei due cardinali inviati da Papa Francesco in Ucraina - dove proverà ad entrare dal confine con l'Ungheria - ha un compito in più: di difendere i profughi africani ed asiatici che pur fuggendo dalla guerra faticano ad entrare in Europa per il colore della loro pelle. In una nota diffusa dal Vaticano si evidenzia così la missione umanitaria di entrambi i porporati. Krajewski è già in viaggio ora verso il confine tra Polonia e Ucraina, dove visiterà i rifugiati e i volontari nei rifugi e nelle case. 

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Il Cardinale Czerny, invece, arriverà in Ungheria per visitare alcuni centri di accoglienza per i migranti. Entrambi sono diretti in Ucraina e a seconda della situazione intendono raggiungere il Paese nei prossimi giorni. In particolare Czerny «solleverà la preoccupazione che gli Africani e gli Asiatici residenti in Ucraina, che soffrono anche la paura e lo sfollamento si sentano autorizzati a chiedere rifugio indiscriminatamente». 

Nei giorni scorsi ci sono state polemiche e sono stati denunciati atti di razzismo alle frontiere, come se i profughi africani residenti in Ucraina fossero di serie B, rispetto ai profughi ucraini. «Ci sono anche rapporti preoccupanti di crescenti attività di traffico di esseri umani e contrabbando di migranti alle frontiere e nei Paesi vicini – si legge nel comunicato vaticano - Poiché la maggior parte delle persone in fuga sono credenti, egli dichiarerà che l'assistenza religiosa dovrebbe essere offerta a tutti, avendo riguardo alle differenze ecumeniche e inter-religiose. Infine, nonostante i lodevoli sforzi per offrire risposte umanitarie e organizzare corridoi umanitari, c'è un grande bisogno di coordinamento, buona organizzazione e strategia condivisa, al fine di abbracciare le sofferenze delle persone e fornire un aiuto efficace».

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Il Messaggero