Il Papa al Re del Marocco: «Assieme per sradicare l'odio e il terrorismo»

Il Papa al Re del Marocco: «Assieme per sradicare l'odio e il terrorismo»
Rabat (Marocco) - In volo per Rabat, Papa Francesco affida ai giornalisti il significato del suo 28esimo viaggio: un passo in avanti per rafforzare l'Islam moderato dopo la...

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Rabat (Marocco) - In volo per Rabat, Papa Francesco affida ai giornalisti il significato del suo 28esimo viaggio: un passo in avanti per rafforzare l'Islam moderato dopo la visita ad Abu Dhabi, fatta il mese scorso. Davanti al Re del Marocco ripete che «è indispensabile opporre al fanatismo e al fondamentalismo la solidarietà di tutti i credenti, avendo come riferimenti inestimabili del nostro agire i valori che ci sono comuni». Sulla grande spianata della Tour Hassan II l'arabo si mescola all'italiano. «Desidero ribadire la necessità di unire i nostri sforzi per dare un nuovo impulso alla costruzione di un mondo più solidale». Parla di dialogo genuino, di conversione ecologica, di crisi migratoria, di libertà di culto («dove ciascuno può vivere secondo la propria convinzione religiosa». Il terrorismo si batte con un programma di impegno comune. 


Il re del Marocco annuisce. L'odio si sradica assieme. «Occorre il consolidamento di una vera pace che passa attraverso ricerca di giustizia sociale, indispensabile per correggere squilibri economici e i disordini politici che sono sempre stati fattori principali di tensione e di minaccia per intera umanità».

Parla anche delle barriere che vengono costruite contro i migranti. Anche in Marocco c'è la barriera con la Spagna a Ceuta. «Si tratta di un fenomeno che non troverà mai una soluzione nella costruzione di barriere, nella diffusione della paura dell'altro o nella negazione di assistenza a quanti aspirano a un legittimo miglioramento per se stessi e per le loro famiglie».

Questa mattina, prima di imbarcarsi sull’aereo che lo avrebbe portato in  Marocco, Francesco ha incontrato a Santa Marta un gruppo di migranti marocchini: due famiglie, ognuna con due figli piccoli, una giovane donna e un ragazzo. Tutti sono in Italia seguiti da Sant’Egidio. 


Uno di loro, mediatore culturale, è impegnato nell’aiuto ai profughi siriani che arrivano in Italia con i corridoi umanitari. All’incontro erano presenti il cardinale Krajewski, insieme a Marco Impagliazzo e Maria Quinto della Comunità di Sant’Egidio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero