Papa Francesco: «Fermate l'aggressione armata prima che le città siano cimiteri, Dio non vuole guerra»

Papa Francesco: «Fermate l'aggressione armata prima che le città siano cimiteri, Dio non vuole guerra»
Città del Vaticano – «Non ci sono ragioni strategiche che giustifichino questa inaccettabile aggressione armata. Prima che sia troppo tardi e che riduca le...

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Città del Vaticano – «Non ci sono ragioni strategiche che giustifichino questa inaccettabile aggressione armata. Prima che sia troppo tardi e che riduca le città a cimiteri». E ancora. «Dio non vuole la guerra». Papa Francesco dalla finestra del palazzo apostolico condanna senza se e senza ma il conflitto in corso, pur non pronunciando mai la parola Russia. «In nome di Dio fermate questo massacro». Sotto di lui la folla che si è radunata per ascoltare l'Angelus domenicale esplode in un applauso spontaneo che attraversa velocemente tutta piazza San Pietro. Francesco chiede preghiere, solidarietà, ascolto, corridoi umanitari sicuri, l'avvio di un negoziato ma soprattutto invoca la fine delle bombe. Indirettamente prende poi le distanze dal 'fratello' ortodosso Kirill che nei giorni scorsi aveva giustificato la guerra di Putin contro le «forze del male».

 

Guerra Ucraina, il cardinale Parolin: «Non vedo disponibilità a trattare, così il conflitto non si fermerà»

 

«Abbiamo appena pregato la Vergine Maria. Questa settimana la città che ne porta il nome, Mariupol è diventata il simbolo di una guerra straziante». Prosegue il Papa affermando che si tratta di «una barbarie che sta distruggendo bambini e civili inermi. Mi associo alla voce della gente comune che implora la fine della guerra: In nome di Dio si ascolti il grido di chi soffre e si ponga fine ai bombardamenti e agli attacchi». 

Infine Papa Francesco - che proprio oggi festeggia il nono anniversario di pontificato (è stato eletto il 13 marzo 2013) - aggiunge con enfasi: «Dio non è per la guerra, non si profani il suo nome, Dio converta i cuori e confermi la volontà di pace».

Poco prima, durante la lettura della riflessione domenicale, commentando il passo del Vangelo che parla della Trasfigurazione, aveva anche chiesto un risveglio delle coscienze. «Fratelli, sorelle, questo sonno fuori luogo non somiglia forse a tanti nostri sonni che ci vengono durante momenti che sappiamo essere importanti?».

Dall'inizio della guerra Papa Francesco oltre ad alcuni gesti simbolici e diplomatici, come la visita a sorpresa all'ambasciata della Russia, la telefonata all'Arcivescovo Maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina Shevchuck e quella al Presidente Zelensky,  ha inviato nella zona due dei suoi cardinali di fiducia con aiuti umanitari, continua a rendersi disponibile a facilitare il dialogo o a farsi mediatore tra Ucraina e Russia. Purtroppo lo spazio di intervento diplomatico, da parte del Vaticano, si è ormai ridotto a pochissimo. Lo stesso cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, tre giorni fa, parlando davanti a diversi parlamentari all'università Angelicum, ha ammesso che per fare un negoziato occorre essere chiamati. In questo caso, al momento, nessuno ha richiesto un intervento del genere da parte del Papa. 

 

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Il Messaggero