Città del Vaticano - La Chiesa di Roma prende corpo con la cura da cavallo a cui la sottopone Papa Francesco. Se qualche tempo fa il vicario, il cardinale Angelo De Donatis...
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«Quante volte le nostre parrocchie si sono arroccate su false sicurezze di benessere pastorale, sul si e' sempre fatto così. Quante volte ci siamo chiusi per pochi eletti, credendo di avere tutto e evitando di percorrere le strade della vita quotidiana. E invece la Chiesa deve aprirsi alle novita'». De Donatis - considerato un fedele esecutore del pensiero di Papa Francesco – sta lavorando alacremente per plasmare la diocesi del pontefice secondo precise direttive che riceve direttamente dal Papa. Attenzione alle periferie, poco protagonismo nei dibattiti politici, lontana dai riflettori, anche se vicina all'amministrazione Capitolina.
Nel corso delle celebrazioni a Lourdes dove la diocesi di Roma, in questi giorni, è in pellegrinaggio, il vicario del Papa ha ripetuto che e' errato «credere che ci si possa santificare senza gli altri. Niente di piu' sbagliato. Siamo qui insieme, siamo comunita'. Gli altri non sono mai come li vorrei, ma neanch'io sono come mi vorrebbero gli altri, ma siamo qui, noi, sono queste le nostre famiglie, le nostre comunita', i nostri preti, i nostri laici. Hanno tutti i loro difetti, ma anche tante ricchezze che io non ho. Se vogliamo ripartire come diocesi di Roma dalla grotta di Lourdes occorre farci poveri gli uni gli altri». Poi l'incoraggiamento: «Fa' che le nostre comunita' possano sentire il grido di tanti che attendono amore e giustizia».
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Il Messaggero