Città del Vaticano - Papa Francesco parla della morte e immagina il giudizio universale, quando anche lui si troverà a rendere conto della sua vita terrena. ...
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«Non sono mai stato nella prova del giudizio universale, non ho visto alcuna prova, ma penso che il Signore mi giudicherà con gli altri, penso un abbraccio e mi dirà: 'Ma sei stato fedele fino a qui, qui non va, ma vieni, facciamo festa perché sei arrivatò. So che il Signore mi perdonerà gli sbagli. Sono sicuro perché Lui ha un difetto, Dio è difettoso, zoppica, zoppica, il difetto di non poter non perdonare. E la malattia è la misericordia».
Poi ha continuato: «Io non penso il giudizio universale come il bilancio: 'Ma guarda le cose che ho fatto, ho fatto quello, quello, quello..'. Io penso di avvicinarmi sedotto da quella bellezza nel tramonto della vita e vergognato, la testa in basso, e sentire l'abbraccio e poi guardarlo. Io non oserei guardarlo senza l'abbraccio. Non so, così penso io che sarà il giudizio. Forse sono fantasie ma io lo sento così»
Francesco non è la prima volta che parla dell'aldilà. Lo aveva fatto anche qualche mese fa, sempre a Tv2000 durante una puntata del programma 'Io credo'.
«Pensare alla morte come alla fine del cammino è una realtà. Un vescovo argentino mio compagno, morto giovane, mi fece chiamare perchè era entrato in agonia, così andai alla clinica ma da giorni non moriva, i medici non capivano, ripetevano: è ancora vivo. Un sacerdote suo amico mi disse di andare fuori e lui iniziò a parlargli e dopo un po' di tempo siamo entrati e poi in 5 minuti morì. Successivamente chiesi a questo sacersote cosa gli avesse detto, e lui mi disse: gli ho detto lascia, lasciati andare, abbi fiducia, lasciati andare. E' bello. Gli ha fatto assumere la realtà della morte».
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Il Messaggero