Vescovo nigeriano rompe tabù: «Utili anche i muri per fermare le migrazioni»

Città del Vaticano – Decisamente controcorrente, quasi politicamente scorretto, il vescovo nigeriano Matthew Hassan Kukah di Sokoto, una popolosa città della...

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Città del Vaticano – Decisamente controcorrente, quasi politicamente scorretto, il vescovo nigeriano Matthew Hassan Kukah di Sokoto, una popolosa città della Nigeria, osserva i flussi migratori crescenti e i drammi connessi, per dire chiaro e tondo che erigere dei muri o delle barriere come deterrente per le migrazioni è una cosa comprensibile. «Naturalmente costruire ponti è molto meglio che erigere dei muri, ma i paesi hanno il compito di portare avanti politiche nazionali per il bene comune, per proteggere i propri cittadini. I muri non necessariamente significano che nessuno deve entrare, ma che i paesi sono liberi di regolare i propri flussi migratori. In un processo tanto complicato come quello attuale, la dignità umana deve essere garantita come i diritti dei migranti debitamente rispettati».


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Il vescovo Kukah in una lunga intervista a Crux sceglie con cura le parole per riuscire a far capire che anche in Africa i flussi migratori sono un grave problema. «Per me che sono un nigeriano le cose sembrano più chiare, e vorrei davvero raccomandare di erigere muri specialmente nella parte nord della Nigeria dove migliaia di persone vengono uccise, banditi e fuorilegge che invadono il paese e distruggono l'equilibrio di intere comunità». 

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Per il vescovo le migrazioni sia legali che illegali di chi scappa da povertà, guerra e corruzione non possono avere una lettura univoca. «La storia dell'Africa è la storia di una sostanziale irresponsabilità delle elite che hanno mostrato di non impegnarsi per il proprio popolo».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero