Città del Vaticano – Missioni saccheggiate, chiese distrutte, preti minacciati. Il monitoraggio vaticano della guerra civile che da tempo divampa in Centrafrica ha...
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Una guerra a bassa intensità che miete centinaia di vittime. L’instabilità è iniziata nel 2012 quando il gruppo ribelle Seleka, composto in prevalenza da musulmani ma anche da mercenari provenienti dai Paesi vicini, ha iniziato le ostilità. All’inizio del 2013, i ribelli hanno conquistato la capitale Bangui, costringendo il presidente François Bozizé a cercare rifugio in Camerun.
Neanche la visita di Papa Francesco, che ha aperto a Bangui l’Anno Santo nel 2015, è riuscita a placare gli scontri: secondo l’ultimo rapporto di Amnesty International hanno provocato migliaia di morti e hanno costretto 538.000 persone a rifugiarsi nei vicini Ciad, Camerun, e Congo e 601.000 a lasciare la propria abitazione per cercare rifugio in province più tranquille dello stesso Centrafrica. Almeno 2,4 milioni di centrafricani dipendono dagli aiuti umanitari e 1,4 milioni sono in condizioni d’insicurezza alimentare.
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Il Messaggero