Gruppo di prelati progressisti firma Patto delle Catacombe, usiamo meno plastica e prendiamo il bus

La firma del Patto della Catacombe nella catacomba di Santa Priscilla
Città del Vaticano – «Ridurre la produzione di rifiuti e l'uso della plastica e utilizzare i trasporti pubblici, se possibile». Dall'opzione...

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Città del Vaticano – «Ridurre la produzione di rifiuti e l'uso della plastica e utilizzare i trasporti pubblici, se possibile». Dall'opzione preferenziale per i poveri, a quella ecologica. Mezzo secolo dopo un gruppo di vescovi e cardinali di stampo progressista, decisamente orientati verso le posizioni della Teologia della Liberazione, hanno riproposto nelle stesse circostanze il famoso patto per realizzare una Chiesa povera e per i poveri. Praticamente il ritorno del “Patto delle Catacombe”, lo storico accordo che durante il Concilio 57 padri conciliari sottoscrissero nelle catacombe di Santa Domitilla.


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Il luogo del giuramento allora non fu scelto a caso anche perchè Paolo VI, qualche mese prima, proprio lì, aveva affermato:«Qui il cristianesimo affondò le sue radici nella povertà, nell’ostracismo dei poteri costituiti, nella sofferenza d’ingiuste e sanguinose persecuzioni; qui la Chiesa fu spoglia d’ogni umano potere, fu povera, fu umile, fu pia, fu oppressa, fu eroica. Qui il primato dello spirito, di cui ci parla il Vangelo, ebbe la sua oscura, quasi misteriosa, ma invitta affermazione, la sua testimonianza incomparabile, il suo martirio».

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Capofila di quella iniziativa allora era Dom Helder Camara, il prete dei baraccati brasiliani, attualmente sulla via della beatificazione per volere di Papa Francesco.

Allo stesso modo e con lo stesso spirito oltre 100 partecipanti al sinodo sulla Amazzonia si sono ritrovati sulla Via Appia, nelle catacombe, per rinverdire quel giuramento, firmando un testo simile a quello di 50 anni fa, anche se naturalmente cambiato in alcuni passaggi e reso più attuale. Si parla sempre di realizzare una Chiesa povera, lontana dal potere e dai giochi di prestigio, tuttavia si fa riferimento alla necessità di maggiori concessioni alle donne, garantendo loro maggiore autonomia e visibilità e una forma di diaconato. Si affronta poi il tema dei viri probati, persone sposate di alta levatura morale, da consacrare sacerdoti per far fronte alla penuria delle vocazioni in Amazzonia.


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Nel testo sottoscritto dai padri sinodali viene chiesto l'impegno di assumere, di fronte «all’estrema minaccia del riscaldamento globale e dell'esaurimento delle risorse naturali, la difesa dalla giungla amazzonica da dove proviene il dono dell’acqua per gran parte del territorio sudamericano, il contributo al ciclo del carbonio e la regolazione del clima globale, una biodiversità incalcolabile e una ricca socio-diversità per l’umanità e l’intera Terra». Infine viene chiesto di abbandonare l'approccio colonialista e di mantenere fede all'opzione preferenziale per i poveri, secondo quanto sancito nel Vangelo. 


Nel testo si invita anche a difendere la terra e i diritti dei piccoli, di accogliere i migranti. «Coltivare vere amicizie con i poveri, visitare i più semplici e i malati, esercitando il ministero dell’ascolto, della consolazione, del sostegno e dell’appoggio, cose che portano incoraggiamento e rinnovano la speranza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero