La questione femminile scombussola il Sinodo sull'Amazzonia, funzionaria Onu denuncia discriminazioni

La questione femminile scombussola il Sinodo sull'Amazzonia, funzionaria Onu denuncia discriminazioni
Città del Vaticano – Nella Chiesa cattolica di Papa Francesco la questione femminile avanza faticosamente, portando scompiglio in uno degli ambienti più...

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Città del Vaticano – Nella Chiesa cattolica di Papa Francesco la questione femminile avanza faticosamente, portando scompiglio in uno degli ambienti più maschilisti che ci siano. Al sinodo dei vescovi sull'Amazzonia – una vastissima regione nella quale la componente femminile cattolica svolge un ruolo fondamentale per la trasmissione della fede e per la difesa dell'ambiente naturale – la questione è stata affrontata di petto sotto diversi punti di vista. Le donne al Sinodo non solo sono sottorappresentate (solo 35 su oltre 200 partecipanti) ma non hanno nemmeno diritto di voto. Possono prendere però la parola.


Le donne, la Chiesa e i maldipancia del Vaticano, le accuse di Scaraffia su Le Monde

 Una suora ha fatto così presente che le donne – alle quali il Vaticano non vuole concedere nulla – svolgono già da tempo diversi servizi pastorali, in assenza di sacerdoti, come celebrare funerali e matrimoni o battesimi. Ma la critica più pesante e articolata è stata dell'osservatrice dell'Onu per i diritti dei popoli indigeni,  Victoria Lucia Tauli-Corpuz.

La funzionaria delle Nazioni Unite ha parlato di sotto rappresentanza evidente, di gap da colmare, di iniziative da prendere per la tutela della parità delle donne indigene, compreso la spinossissima questione del diaconato femminile che Papa Francesco ha dovuto accantonare per pressioni enormi esercitate da cardinali di stampo conservatore. 

Durante il sinodo si è parlato anche della formazione dei missionari amazzonici, laici e consacrati così come è stata invocato un maggiore coinvolgimento della presenza femminile nella Chiesa.

Il Vaticano afferma che di fronte all'urgenza di preti  in Amazzonia serve una maggiore valorizzazione della vita consacrata, ma anche una forte promozione delle vocazioni autoctone insieme alla possibilità di scegliere ministri autorizzati alla celebrazione dell'Eucaristia o di ordinare diaconi permanenti che, in forma di equipe, accompagnati da pastori, possano amministrare i Sacramenti. 


Naturalmente le questioni ecologiche, sociali e politiche continuano ad intrecciarsi nel dibattito iniziale del Sinodo. Si è parlato anche di sviluppo sostenibile e di conversione ecologica che faccia percepire la gravità del peccato contro l'ambiente alla stregua di un peccato contro Dio, contro il prossimo e le future generazioni. Da qui la proposta di approfondire e divulgare una letteratura teologica che includa insieme ai peccati, tradizionalmente noti, i "peccati ecologici". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero