L'Osservatore Romano elogia JFK: «la sua politica estera si basava sul dialogo e la coopeazione»

Il giornale della Santa Sede – l'Osservatore Romano – dedica grande e significativo spazio al sessantesimo anniversario della morte di John Fitzgerald Kennedy...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il giornale della Santa Sede – l'Osservatore Romano – dedica grande e significativo spazio al sessantesimo anniversario della morte di John Fitzgerald Kennedy elogiando la sua «politica estera dettata alla volontà del dialogo e della cooperazione». Il presidente americano «ha insegnato l'importanza di dialogare, fare autocritica e riconsiderare l'atteggiamento che si ha verso il nemico, quindi non umiliare lo Stato né odiare la popolazione. Tutti temi che valgono ancora di più nel contesto attuale sia perchè il sistema mondiale non è più bipolare, sia perchè ci troviamo nella terza guerra mondiale a pezzi».

John Fitzgerald Kennedy, desecretati 13mila documenti sull'omicidio del presidente Usa. Ma molti resteranno segreti

Tra i vari passaggi politici del suo mandato viene ricordato, in particolare, il discorso fatto da Kennedy all'American University di Washington il 10 giugno 1963, al termine del quale il presidente avrebbe annunciato l’avvio dei lavori per l’accordo sul divieto di test nucleari con Mosca: «Che tipo di pace cerchiamo? Non una pax americana imposta al mondo dalle nostre armi» o «semplicemente la pace per gli americani», bensì «una pace autentica per tutti gli uomini e le donne» capace di «evitare quegli scontri che portano un avversario a scegliere tra un’umiliante ritirata”.

Nipote di Kennedy si arruola in guerra al fianco dell'Ucraina: «Sono pronto a morire»

La cronistoria dell'assassinio di Kennedy è chiara e ricostruita nei minimi particolari. Il 22 novembre 1963, alle ore 11:40, l’Air Force One atterrò all’aeroporto Love Field di Dallas. Era in ritardo. Secondo la tabella di marcia, il corteo sarebbe dovuto partire alle ore 11:15. Il percorso era stato pianificato da Roy H. Kellerman, assistente responsabile della Casa Bianca, il 4 novembre. Kellerman consegnò il piano l’8 novembre a due agenti dei servizi segreti: l’agente speciale Winston G. Lawson, un membro dello staff della Casa Bianca, e Forrest V. Sorrels, agente speciale incaricato dell’ufficio di Dallas. Il venerdì mattina era stata pubblicata dal «Dallas Morning News» una cartina delle vie che il corteo presidenziale avrebbe attraversato dall’aeroporto. Questo particolare è sempre stato ritenuto importante per stabilire se il cecchino o eventuali altri cecchini sapessero già che il corteo sarebbe obbligatoriamente passato sotto le finestre del Texas Dallas Book Depository — da dove sono stati esplosi gli spari. 

Papa Francesco, le bombe di Putin e il ponte in Crimea: «L'umanità è in grave pericolo, fermatevi»

A mezzogiorno e mezza furono esplosi i colpi contro il presidente. Il primo proiettile esploso mancò il bersaglio e si perdette lontano ferendo leggermente un passante e rompendo un pezzo di marciapiede. Il secondo colpo colpì il presidente Kennedy al collo e il governatore Connally, al torace, al polso e al polpaccio. Un terzo colpo raggiunse il presidente Kennedy alla testa e fu mortale. La conclusione dell’FBI e della Commissione Warren è che a sparare sarebbe stato Lee Harvey Oswald, ex marine e impiegato del Texas Book School Depository. Oswald, che aveva vissuto per un periodo in Unione sovietica, si appartò al sesto piano dell’edificio dove lavorava, in mezzo ad alcuni scatoloni spostati davanti alla finestra dalla quale partirono gli spari, secondo la balistica, e montò il fucile. 


Il corpo esanime del presidente Kennedy venne portato all’ospedale di Dallas. Alle 13 il presidente Kennedy fu dichiarato ufficialmente morto a causa della vastità del danno craniale e intracraniale subito; la notizia fu inizialmente resa nota da due sacerdoti entrati nella sala ospedaliera per l'estrema unzione.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero